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Un pezzo di storia sparisce. Chiude la Malaguti

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Ho appena letto che la Malaguti, da tempo messa male per colpa del calo dei consumi, chiuderà alla fine di ottobre.
Non riusciamo a salvare nemmeno più il settore delle 2 ruote, dove abbiamo esperienza da vendere.
Ricordo benissimo il Fifty, un cinquantino che veniva elaborato a più non posso, marmitte Proma o Leovinci, carburatori maggiorati, testate abbassate, dei veri gioiellini. All’epoca furono una vera innovazione, venivano chiamati anche “tuboni”, perché avevano appunto un grosso tubo centrale che faceva sia da telaio che da serbatoio.
150 dipendenti vanno a casa e con loro tanti anni di storia e tecnica motociclistica italiana.
Ora torniamo anche a parlare ancora di destra, sinistra e di escort.

Con le pezze al culo

Gli Stati Uniti hanno un deficit del 12% e per finanziarlo hanno bisogno di 1500 miliardi di nuovo debito pubblico. La Cina si é accaparrata una piccolissima fetta di questo debito, tramite titoli di stato, per circa 100 miliardi di dollari. Altri 200 miliardi di dollari sono stati investiti da altri stati. Circa l’80% del restante debito sta praticamente per essere preso in mano direttamente dalla Federal Reserve. Che gli Stati Uniti siano oramai con le pezze al culo é abbastanza chiaro, ma la domanda che dovrebbe far pensare é: Ma dove sono finiti gli investitori?

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Ecco come fronteggiare la crisi

Ecco cosa intendo con il governo del fare male:
Berlusconi: aiuti a famiglie numerose Prestito di 5.000 euro per i nuovi nati

Pensavo d’aver letto male, invece é cosa reale, si tratta di un’ipotesi ma una cosa del genere dovrebbe essere pensata almeno dieci volte prima d’esser annunciata pubblicamente.
Carlo Giovanardi, sottosegretario al sottosviluppo delle famiglie, ha già  i fondi, 35 milioni di euro.
Chiaramente i 5000 euro saranno rimborsabili in comode rate al 4% d’interesse annuo.
Con questa stronzata si pensa di risolvere il problema delle famiglie?
Ecco a cosa mi riferivo quando non si ragiona e non si risolve il problema alla base.

Avremo quindi famiglie indebitate con l’aiuto di Stato, uno Stato veramente e finalmente liberale!

Riflessioni apolitiche

Possibile che in questo paese, con chiunque tu ti metta a parlare si finisce sempre con un “sei di destra o di sinistra”?
Possibile che subito dopo una critica fatta agli atti di un qualsiasi governo, si venga immediatamente marchiati con lo stampino di fasciocattocomunistanarchico?
Possibile essere così arroganti e presuntuosi da pensare che questi universitari, liceali, docenti, madri e bambini siano solo e semplicemente degli strumentalizzati politici, disinformati e anche degli aizzatori di folle?
Questa estate i giornali scoprivano la scomparsa dell’opinione pubblica, e allora noi cari cittadini, come in un lunedì da totocalcio, tutti a dire che era vero, che la gente non s’interessa piຠdella politica, che i giovani non hanno più voglia di fare niente, etc. etc. Ora che l’opinione pubblica pare tornata, soprattutto quella bella dei nostri studenti italiani e dei loro genitori, tutti addosso, sono degli ignoranti, facinorosi, di sinistra ma soprattutto disinformati.
Allora chiedo a tutti quanti, su questo blog, fatemi capire una cosa buona di questo maledetto taglio trasversale al sistema scolastico, che tocca tutti, a partire da quelli che hanno figli come me ma che ancora a scuola non vanno, fino ad arrivare quelli che hanno i figli che all’università  ci vorranno andare tra qualche anno.
Cambiamo tema, ho parlato diverse volte del telelavoro, sento Brunetta che parla di tornelli per obbligare pm e magistrati a stare in ufficio.
Parlavo di tutto questo con un collega. Stesso discorso. Governo del fare o del non fare?
Io invece dico che ci si trova davanti a governi del fare male o del non fare nulla.
Non si va mai alla fonte del problema, ma si cerca di arginare e migliorare la fine.
Il dipendente, che stia in casa o in ufficio, può comportarsi bene o male, ma questa é un discorso che vale sia per il settore pubblico sia per quello privato.
Se lavori in un ambiente poco stimolante, che sa di vecchio, dove si vive appoggiati ai famosi “baroni”, dove esistono strutture gerarchiche tramandate dal peggior medio evo, allora si possono mettere i tornelli, anche doppi, ma il risultato non cambia. Allora perchà© non stabilire dei tetti minimi “reali” di pratiche da gestire, obiettivi renumerati condivisi tra più dipendenti, affinchà© la concorrenza si crei in maniera chiara e trasparente? Banalizzo il problema? Semplicizzo una crisi che ci portiamo da anni sulle spalle? Può essere, ma io non sono il GOVERNO e non ho i suoi mezzi, e adesso sarò io a risultare arrogante e presuntuoso, ma cerco di ragionare sul problema della poca produttività  e dell’assenteismo puntando alla base e non alle parti terminali dei problemi.
Sono stanco di sentire che questo é il governo del fare, perchà© ripeto ancora, diventando forse patetico, tra il fare tanto male e il non fare, personalmente non sono ancora in grado di decidere la migliore delle due ipotesi. Se camminate per strada tra una cacca fresca e una cacca fredda e dura cosa preferireste schiacciare? Quella fredda e dura? Ma non rimane sempre e comunque cacca?

Non finisce una crisi che già arriva l’altra.

Finanza creativa ed economia reale sono due cose differenti, ma in piena globalizzazione e chiaro che camminano assieme.
Le prime ad avvertire la crisi bancaria e finanziaria sono le aziende automobilistiche tedesche.
Prendiamo BMW che giustamente, in vista di una crisi di questo tipo continua a creare dei veri e propri carri armati su 4 ruote, alla faccia del risparmio energetico. Ma non si tratta solo di BMW, ma di tutto il mercato automobilistico in generale.
I prezzi della benzina e del gasolio già  avevano iniziato a far cambiare rotta ai consumatori, ora arriva anche la batosta finanziaria per il ceto un po’ più medio, che ha cominciato a risparmiare anche sull’acquisto dei mega SUV.
Ma non si tratta solo delle marche elitarie, Opel ha appena annunciato la chiusura delle linee produttive di Bochum (Astra, Zafira e 5000 dipendenti) e Eisenach (Corsa e 1900 dipendenti) per almeno 1 mese per diminuire la costruzione di almeno 40.000 automobili.
Stesso discorso anche per Ford, Mercedes, BMW e VW (compresa la sua Skoda). Troppo macchine prodotte nei parcheggi, tante SUV, i soldi già  erano pochi e ora sono ancora meno, quindi tagli alle produzioni.