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Leggo le proposte del ministro Gelmini.
Sono sempre stato a favore della reintroduzione del grembiule nelle scuole. Si tratta di una questione di appartenenza sociale. A scuola tutti uguali, a prescindere dalle disponibilità economiche delle famiglie.
Vi é la disponibilità di alcune case di moda a cimentarsi con la divisa scolastica
Favorevole anche alla reintroduzione dell’educazione civica, che cosà andrebbe chiamata, perchà© in Italia e proprio l’educazione che manca.
La materia però non si chiamerà più così, ma Cittadinanza e Costituzione.
Riparte quindi la scuola italiana, con i nostri ragazzi con grembiuli firmati Dolce& Gabbana e con un forte senso dell’essere cittadino italiano di primo ordine. La Costituzione invece sarà spiegata da professori precari, che piangeranno durante la lettura dell’articolo 1.
Era da tempo che una notizia su un nuovo servizio in rete non generava un tale numero di reazioni.
Giusto per fare un riassunto, per quelli che proprio non sono ancora riusciti a sentire neanche una volta la parola Cuil.
1: “Cuil”va letto come la parola “Cool”, e così va anche interpretato, quindi lasciamo stare tutte le battute ed allusioni a fondi schiena virtuali.
2: Cuil é un motore di ricerca, proprio come Google, MSN o Yahoo. Si scrive una parola, si schiaccia il pulsante “search” e quindi appaiono i risultati.
3: Cuil non é di Google. Cuil é stato fatto da ex-dipendenti Google.
4: Cuil non é male.
Dette queste poche cose, vorrei aggiungere un paio di riflessioni.
E’ giusto fare paragoni con Google, ma é mai possibile che si debba sempre cercare di trovare la killer app.
Google non ha concorrenti al momento, e probabilmente non ne avrà per i prossimi anni. La Microsoft ha cercato di comprare Yahoo per poter metter piede all’interno del mercato pubblicitario internet, praticamente monopolizzato da Google.
Google ha un vantaggio di circa 10 anni, che si traduce in 10 anni di investimenti in ricerca, mentre Cuil é uscito da pochi giorni.
Google ha in mano una quantità di dati tale da far diventare superflua qualsiasi prova sulla validità dei risultati. Quello che trova Cuil lo trova anche Google.
In piຠc’é una cosa che Google ha in mano, qualcosa che nessuno possiede. Attorno al suo marchio é stata creata l’abitudine. Intendo dire che Google, almeno negli Stati Uniti, é diventato un verbo (to Google), le prime pagine che tutti aprono al mattino sul browser é quella di Google. La posta la leggi in Google, i feed vengono letti su Google, le strade le cerchi con Google.
Il motore di ricerca, nonostante sia il maggior fattore d’introito, é diventato solo un componente necessario a far girare altre decine di applicazioni.
Cuil rimane un buon esempio, nulla di più. Non so perà³ se avere dei dubbi oppure nutrire grande rispetto per le persone che cercano di buttarsi sul mercato dei motori di ricerca.
Si può veramente pensare di poter contrastare Google?
Credo invece in una cosa differente. Il mondo degli affari negli Stati Uniti, é diverso dal nostro. Quando esiste sul mercato qualcosa che nel suo insieme potrebbe dare un 10% di valore in più, lo si compra. Da alcuni mesi Microsoft (e in piccola parte Yahoo) sta attuando una politica d’acquisizioni molto aggressiva. Agli occhi é certamente arrivata solo la più grossa verso Yahoo, ma ci sono altre piccoli acquisti, come per esempio quello della Fast, azienda specializzata in algoritmi di ricerca semantici.
Ho quindi l’impressione che esistano oramai delle start-up che tirano fuori un prodotto decente, con una particolarità , una punta di diamante che potrebbe interessare a qualche multinazionale, per farsi quindi poi acquistare, chiudere baracche e burattini, mettere i soldi in valigia e partire per le spiagge messicane.
Ecco Cuil mi sembra proprio una di queste aziende.
Tralasciando questo mio dubbio, considero Cuil un motore di ricerca che con il tempo potrebbe anche arrivare a rosicchiare una piccola fetta di mercato, sempre se riesce ad escogitare un modo per poter prelevare anche una piccola fetta del mercato pubblicitario sulla rete, impresa che sicuramente non risulterà facile. Mi sono posto una domanda: se io dovessi pubblicizzare la mia azienda, dove andrei a posizionare la mia pubblicità ?
Il trailer mi piace, aspetto il film.
Non ero a conoscenza di questo progetto. Nella mia Torino, quattro ragazzi hanno avuto la semplice ma geniale idea di raccogliere sul web le storie dei nostri nonni. Un sistema che permette di non perdere la memoria della nostra storia, che ci aiuti a ricordare cose che spesso si dimenticano, come guerra e povertà .
Io ho avuto la grande fortuna di sentire le storie raccontate da mio nonno paterno durante la guerra in Abissinia e i momenti della sua prigionia in Inghilterra.
Purtroppo il ciclo della vita non é infinito, la banca della memoria aiuta a mantenere il ricordo di queste persone, delle loro storie e della loro vita.
Un grosso complimento ai quattro ragazzi della Memoro s.r.l., spero che il vostro progetto continui a darvi grosse soddisfazioni e a dare un po’ più di fiducia a questo paese.
Giusto un paio di suggerimenti puramente soggettivi.
- Ma un blog sulla banca della memoria quando lo aprite? Raccontateci cosa avete in mente di fare nel futuro.
- Date la possibilità di far inglobare i video attraverso l’embedding code.
-Siete stati citati dal sito del magazine tedesco Spiegel, iniziate allora ad internazionalizzare il vostro sito. Sarebbe stupendo poter raccogliere una banca della memoria europea.
Per concludere desidero copiare un pezzo dal loro sito. Mi piacerebbe leggere cose del genere molto piຠspesso:
Banca della Memoria é un progetto in grado di generare ricchezza, sia culturale che economica.
Questa ricchezza non viene accumulata ma distribuita: quella culturale attraverso la visione di ogni testimonianza, mentre le risorse economiche attraverso donazioni ad associazioni benefiche.
Questo processo deve essere sostenibile.
E lo é grazie al contributo fondamentale degli sponsor a cui Banca della Memoria offre l’opportunità di divenire patrocinatori di un evento che, di fatto, contribuisce alla conservazione di un patrimonio socio culturale, svolgendo nel contempo attività solidali.
Non ultimo Banca della Memoria vuole essere un progetto che genera occupazione: non intendiamo attingere al mondo del precariato e del lavoro irregolare. Vogliamo piuttosto essere una seria opportunità di carriera, attraente e soddisfacente, in una società con principi etici e sociali ben definiti.