Sia Google che Microsoft stanno investendo cifre di un certo rilievo.
Si parla di più di un miliardo di dollari in nuovi edifici per allocare altrettanti nuovi server.
Le infrastrutture cominciano a scricchiolare sotto l’aumento del traffico, cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni.
Tutto ciò obbliga ad investire in nuove locazioni per maggiorare il numero dei server a disposizione.
Chiaramente investire significa anche risparmiare tasse, infatti Google nella Carolina del Nord é riuscita ad ottenere incentivi fiscali pari a circa 100 milioni di dollari, per un investimento di 660 milioni di dollari nella città di Lenoir.
La concorrente Microsoft invece ha preferito investire 550 milioni di dollari, per i suoi servizi Live, nella città di San Antonio, in Texas, approfittando di incentivi fiscali pari a 20,7 milioni di dollari.
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Che cosa sta succedendo in queste ore? Apple ha presentato la nuova generazione dei suoi iPod7, iTunes 7 ha decine di bugs da risolvere e Microsoft annuncia ufficialmente il suo Zune. Già da tempo si parlava di questo nuovo oggetto ma ora é totalmente ufficiale. Zune sarà la risposta Microsoft contro Apple, in grado di leggere file mp3, foto e video. Durante la presentazione sono stati rivelati colori e proprietà del lettore, per il prezzo bisognerà invece ancora aspettare.
Zune uscirà puntuale a Natale, miglior periodo per favorire la diffusione di nuovi prodotti tra gli utenti, ma solo in USA.
Zune sarà disponibile in tre differenti colori (nero, bianco e marrone), con un disco rigido da 30 Gb, uno schermo da 3 pollici e radio FM interna. Ma non é tutto, gli Zune possono comunicare tra loro, sarà possibile trasferire file da uno Zune all’altro in modalità wireless. Le canzoni trasferite potranno essere ascoltate però solamente tre volte entro 72 ore.
Chiaramente per entrare totalmente nel mercato, la Microsoft farà partire anche il suo “Zune Marketplace Music Service”.
Sul sito della Microsoft é disponibile da ieri la Zune Virtual Press Room, che contiene tutta una serie di documenti e video a riguardo.
Questi i documenti disponibili:
Sul sito “The News Market” sono inoltre disponibili alcuni video (registrazione obbligatoria), in parte disponibili anche su YouTube (alcuni li inserisco direttamente qua sotto).
Zune Overview
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Zune to Zune
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Zune Add?
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Il dipartimento di ricerca della Microsoft, il Live Labs, ha presentato al Siggraph 2006 un sistema d’analisi fotografica, denominato Photosynth, in grado di sintetizzare un ambiente tridimensionale da singole foto.
Il programma, sviluppato insieme a dei ricercatori dell’università di Washington, cerca di riconoscere le differenti angolazioni delle foto scattate per poter poi riordinare il tutto sotto giuste perspettive.
La demo presentata é disponibile al sito dell’università di Washington (una Java-Applet) e mostra (in parte interattivamente) il funzionamento di questo software su diverse foto scatta alla Fontana di Trevi.
Sul sito della Microsoft Live Labs sono inoltre disponibili due video, il primo presenta i concetti che stanno dietro a questo applicativo, il secondo mostra invece l’applicazione al lavoro con fotografie di piazza S.Pietro.
Internet Explorer 7 é ancora in fase beta, eppure comincia a far discutere. IE7 conterrà una “searchbar”, che sarà inizialmente predisposta per la ricerca su MSN.
Chi potrebbe lamentarsi di questo? Google, che si rivolge addirittura alla giustizia americana. Il motivo é sempre lo stesso, che già conosciamo da anni.
Google denuncia l’uso scorretto della posizione monopolistica Microsoft. Il tutto si può riassumere attraverso alcune dichiarazioni rilasciate al New York Times (registrazione necessaria), da parte di Marissa Meyer, vice presidente di Google: “Il mercato favorisce le scelte aperte e le aziende dovrebbero competere basandosi sui loro utenti e sulla qualità dei servizi. Noi non pensiamo che sia corretto che la Microsoft preimposti MSN. Noi crediamo che dovrebbero essere gli utenti a scegliere“.
Il discorso é corretto, ma ho seri dubbi sulla correttezza di Google. Basta ricordare che alcune settimane fa Google ha concluso un accordo con Firefox per integrare la sua ricerca nell’omonimo browser.
Anche Opera utilizzo di default Google come motore di ricerca.
E l’affare con DELL? Ce lo siamo scordati? Google pagò 1 miliardo di dollari affinchà© sui computer DELL venissero preinstallate Google Toolbar e Desktopsearch.
Insomma le campagne marketing per spingere la diffusione della Google Toolbar sono state notevolmente aggressive.
Inoltre non capisco perchà© Google inizi a muoversi proprio adesso utilizzando queste argomentazioni. Sono anni che Internet Explorer 6 devia le ricerche internet direttamente su MSN, anche se manca un vero e proprio campo per la ricerca, il risultato rimane lo stesso. Devo quindi intendere che si ha realmente paura di IE7 e che forse riuscirà a riprendersi le quote di mercato perse in questi anni.
Ricordo ancora bene le lotte giudiziarie degli anni 90 con Netscape.
Allora il verdetto andò a favore di Netscape e fu incolpata la Microsoft di utilizzare in modo scorretto il suo monopolio, creato con il sistema operativo Windows, per favoreggiare l’utilizzo d’Internet Explorer.
Oggi la Microsoft si comporta di conseguenza, respingendo tutte le accuse. Dean Hachamovitch, manager Microsoft, sempre attraverso il NYT dice: “Nonostante gli avvenimenti avvenuti in passato, il nostro principio fondamentale é sempre stato quello di dare il controllo all’utente“.
Secondo la Microsoft, gli utenti potranno cambiare le impostazioni solo con quatto “click”. Ecco quindi Google contraddire, dichiarando che non tutti gli utenti sono in grado di poter cambiare queste impostazioni.
Prevedo quindi grosse battaglie, a colpi di click. Quanti click occorrono per cambiare la pagina iniziale del browser? Uno o due? Ma l’utente é in grado di fare questa operazione? No siamo tutti stupidi, abbiamo bisogno del call center per cambiare il motore di ricerca.
Mi sento anche io stupido nel ricordare che il successo di un servizio dipende sempre e solo dalla qualità dello stesso. Non mi sembra che Google abbia bisogno d’utilizzare questi stupidi argomenti, che secondo me provocano esattamente l’opposto di quello che si vuole raggiungere.
La voce già circola da alcuni mesi, ma sul sito CNNMoney e sul Wall Street Journal oggi si legge che la Microsoft ha serie intenzioni di acquisire o collaborare finanziariamente con Yahoo.
Molte sono le domande riguardo a tali speculazioni. La Microsoft ha investito enormi quantità di dollari sul suo motore di ricerca e sicuramente non mancano i liquidi per continuare su questa strada. Poche settimane fa la Microsoft ha addirittura inaugurato il suo network pubblicitario online.
Cerchiamo quindi di pensare ad uno scenario differente e forse anche più semplice e banale.
La Microsoft ha commesso degli errori e non riesce più a stare al passo con Google, che avanza sia sotto il punto di vista tecnologico che sotto quello economico.
Parliamoci chiaro, MSN si é tramutato nel più grosso buco nell’acqua della Microsoft. Si cerca quindi forse di salvare il salvabile?
Gli azionisti premono affinchà© le distanze con Google possano essere ridotte, gli analisti pensano che il settore pubblicitario online offra ancora molto spazio, mentre i clienti desiderano una concorrenza vera nel campo della ricerca in internet, questo per abbassare i costi della pubblicità online.
Con una tale operazione la Microsoft metterebbe le mani su circa 100 milioni di utenti che mensilmente navigano e utilizzano i siti di Yahoo.
Pare che i primi incontri tra il management Microsoft e quello di Yahoo siano già avvenuti e che si sia raggiunto qualcosa di concreto. La Microsoft starebbe ora semplicemente aspettando alcune importanti riorganizzazioni aziendali di Yahoo, prima di diventare realmente operativa.
MSN ha una quota di mercato pari circa al 10%, mentre Google in USA detiene quasi il 50%. La fetta di torta che Yahoo si trova tra le mani arriva invece a circa il 23%. Analizzando questi dati, é subito evidente che per contrastare Google, l’unica possibilità rimane quella di creare una forte alleanza Microsoft-Yahoo, che insieme deterrebbe circa il 33% del mercato americano.