Mi chiedo il senso di certe operazioni. EBay decide di licenziare 1250 dipendenti tra fissi e precari, ma al tempo stesso decide d’investire 1,3 miliardi di dollari per l’acquisto di Bill me later e dell’azienda danese dba.dk, quest’ultima specializzata in piccoli annunci commerciali.
Il risparmio che si ottiene attraverso i licenziamenti e di 70/80 milioni di dollari a quadrimestre. Questo significa un risparmio di circa 240 milioni di dollari l’anno e facendo un banale calcolo, per ripagare le due aziende acquistate attraverso i licenziamenti dovranno passare circa 6 anni.
Non aveva più senso mantenere o comunque mettere in ballo un progetto di risanamento e riposizionamento sul mercato dell’azienda? Ma in questi giorni non si parla spesso di etica del mercato?
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Finanza creativa ed economia reale sono due cose differenti, ma in piena globalizzazione e chiaro che camminano assieme.
Le prime ad avvertire la crisi bancaria e finanziaria sono le aziende automobilistiche tedesche.
Prendiamo BMW che giustamente, in vista di una crisi di questo tipo continua a creare dei veri e propri carri armati su 4 ruote, alla faccia del risparmio energetico. Ma non si tratta solo di BMW, ma di tutto il mercato automobilistico in generale.
I prezzi della benzina e del gasolio già avevano iniziato a far cambiare rotta ai consumatori, ora arriva anche la batosta finanziaria per il ceto un po’ più medio, che ha cominciato a risparmiare anche sull’acquisto dei mega SUV.
Ma non si tratta solo delle marche elitarie, Opel ha appena annunciato la chiusura delle linee produttive di Bochum (Astra, Zafira e 5000 dipendenti) e Eisenach (Corsa e 1900 dipendenti) per almeno 1 mese per diminuire la costruzione di almeno 40.000 automobili.
Stesso discorso anche per Ford, Mercedes, BMW e VW (compresa la sua Skoda). Troppo macchine prodotte nei parcheggi, tante SUV, i soldi già erano pochi e ora sono ancora meno, quindi tagli alle produzioni.