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Ancora telelavoro

Mi sembra di capire che il mondo lavorativo sia davanti ad una svolta epocale. Le discussioni e gli articoli che si trovano in queste ultime settimane sui più grandi quotidiani e magazine del mondo, confermano che o si cambia il modo di concepire il lavoro o si perde.

L’ultimo interessante articolo é apparso sul sito del magazine The Economist.

Cerco di estrarre alcune parti dell’articolo.

  • Il lavoro à© qualcosa da fare e non un posto in cui andare.
  • 33 milioni di americani hanno un lavoro che possono tranquillamente svolgere da casa.
  • Il telelavoro in America porterebbe a diminuire di un quarto le importazioni di greggio.
  • In termini di tempo, ogni dipendente risparmierebbe ogni anno l’equivalente di 25 giornate di ferie.
  • Il telelavoro prima era spinto dalla tecnologia, oggi é chiesto dall’economia.
  • La competitività  aziendale negli Stati Uniti oggi si muove anche attraverso il telelavoro. E’ un sistema che permette di abbattere realmente i costi, senza licenziamenti e al tempo stesso trattenendo i dipendenti migliori, che vedono nel telelavoro una sorta di “benefit”aziendale.
  • La diminuzione degli spazi necessari per gli uffici, porta ad un risparmio annuo di 10.000 dollari per ogni singolo dipendente.
  • Paradossalmente sono stati ridotti i costi per la comunicazione. Il discorso é semplice, la banda larga viene “realmente”utilizzata come una linea voce senza costi aggiuntivi.
  • Altro importantissimo aspetto, il costo del lavoro si abbassa. Le aziende possono prendere dipendenti che vivono in altre zone che hanno costi inferiori, risparmiando quindi sui salari e sulle varie spese di trasferimento.
  • Uno studio dell’American Express ha dimostrato che i telelavoratori hanno generato un giro d’affari superiore del 40% rispetto ai colleghi in ufficio.
  • La British Telecom offre già  oggi a 9000 dei suoi dipendenti la possibilità  di lavorare da casa. Uno studio fatto su questi dipendenti dimostrerebbe un 30% di produttività  in più.
  • La telepresenza é sicuramente uno dei fattori su cui bisogna ancora lavorare. Cisco ha fatto alcuni studi e vende già  oggi un sistema di telepresenza al costo di 33.900 dollari. La cifra à© consistente, ma lo studio della Cisco ha dimostrato che il loro sistema video e audio, installato presso 200 dei loro telelavoratori (quasi tutti top manager) ha fatto risparmiare circa 70 milioni di dollari in spese di viaggio. Se si fanno gli opportuni calcoli significa far rimanere nelle tasche dell’azienda qualcosa in più di 60 milioni di dollari, soldi che possono essere reinvestiti in ricerca e sviluppo.

Aggiungo che vedo, attraverso l’introduzione del telelavoro, vantaggi e pericoli per il nostro sistema lavorativo. Per i lavoratori italiani significa ottenere enorme competitività . Teoricamente nulla vieta ad un lavoratore di Reggio Calabria di lavorare per una grossa azienda a New York o a Berlino. Lo stesso vale per il dipendente milanese. Questo significa poter disporre di un raggio d’azione enorme nel mondo del lavoro. Il primo vantaggio che ne deriva e quello del dipendente italiano, in grado di potersi formare in aziende di calibro internazionale senza doversi per forza trasferire all’estero, mentre dall’altra parte ci si troverebbe sicuramente davanti ad una crisi dell’imprenditoria italiana che non ha ancora capito quello che sta per succedere, con conseguenza perdita di forza lavoro. Sicuramente ci dovrà  essere una contromossa delle nostre aziende, che finalmente potrebbero capire che il dipendente non é un costo, ma una risorsa ed agire di conseguenza, intervenendo sui salari e sulla formazione del dipendente.

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