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La soluzione di tanti problemi: il telelavoro

In riferimento al post scritto da Stefano Quintarelli:

Certamente situazione economica, benzina, ma anche telelavoro, forse.

Senza forse, si tratta sicuramente di telelavoro.
La Sun Microsystems (storia ripresa anche da USAToday.com) ha fatto due calcoli:

  • A casa un dipendente utilizza in media per lavorare 64 watt, contro i 130 usati in ufficio.
  • Il fenomeno del “pendolarismo” é responsabile del 98% della produzione di CO2 di ogni singolo dipendente.
  • Lavorare da casa 2 giorni e mezzo la settimana fa risparmiare 2 settimane e mezzo di tempo normalmente utilizzato solo nel tragitto lavorativo.
  • Le stesse ore di lavoro, svolte però da casa, portano ad un risparmio di circa 5400 kilowatt/h all’anno

àˆ chiaro ed é sotto gli occhi di tutti, l’utilizzo massiccio del telelavoro potrebbe comportare enormi risparmi monetari ed energetici a tutti.

Altri numeri, presi questa volta da InformationWeek, dicono che il 40% dei dipendenti americani siano disposti ad una diminuzione del 10% del proprio salario pur di lavorare da casa.

Chiaramente parliamo di due mondi totalmente differenti. Se in America si cercano sempre nuovi strumenti per tenersi in casa i migliori dipendenti, 18.000 impiegati della Sun possono già  oggi usufruire del telelavoro come benefit, in Italia, anche se divento patetico a dirlo, il dipendente é spesso solo ed esclusivamente un costo.

Sempre in America, non solo grazie all’aumento del gasolio, ma anche a causa dello scandalo dei mutui e della criminalità , le persone tendono sempre più a spostarsi nelle piccole città . Su Money.com c’é un bell’articolo a riguardo, che classifica la cittadina di Plymouth uno dei migliori posti in cui vivere negli Stati Uniti.

Ritornando all’Italia, proprio perchà© il dipendente é visto come “costo”, l’unico modo per avviare un cambio di rotta verso il telelavoro, é la defiscalizzazione del costo del lavoro stesso. La cultura del costo del dipendente e del suo controllo, anche se poi in ufficio magari gioca al solitario per 8 ore, é troppo radicata e per cambiarla va incentivata.

Chiaramente non é solo questo il problema, ma anche una questione della scarsa mancanza di lavoro, che permette alle aziende d’avere poca concorrenza e quindi andare avanti esattamente come 50 anni fa.

Poi abbiamo il problema delle infrastrutture tecnologiche. Io posso ritenermi ancora fortunato d’esser raggiunto da una linea ADSL da 2 Mbit, ma basta che mi sposti di 5km che già  si é tagliati fuori dal mondo.

Per essere precisi e andare con ordine bisognerebbe:

  1. aumentare e potenziare in maniera seria tutta l’infrastruttura tecnologica della rete (a proposito qualcuno sa che fine ha fatto il WiMax in Italia?).
  2. Defiscalizzazione ed incentivi alle aziende per diffondere il telelavoro
  3. Aumentando il telelavoro si avrebbe di conseguenza una aumento della meritocrazia aziendale. Non essendo piຠvincolato a lavorare a soli 30km, ma virtualmente potrei lavorare anche in una ditta a 500km da casa, si andrebbero a creare le condizioni di una maggiore concorrenza lavorativa, sbloccando anche il preconcetto del “controllo” diretto sul lavoratore.

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Comments (2)

  1. La soluzione di tanti problemi: il telelavoro | me | myself | andI…

    È chiaro ed è sotto gli occhi di tutti, l’utilizzo massiccio del telelavoro potrebbe comportare enormi risparmi monetari ed energetici a tutti….

  2. Temo che il wimax non aiutera’ piu’ che tanto, se non in zone a bassa densita’ di popolazione. interessanti i dati di SUN!