Rss

Archives for : June2006

Google Browser Sync

Google Browser Sync
Google sta praticamente sfornando un numero spaventoso di tool e applicazioni. Non siamo ancora al rilascio giornaliero ma quasi ci siamo.
Per il browser Firefox da oggi Google offre un’estensione che permette di sincronizzare bookmarks, passwords e cookies, tra differenti PC.
Google Browser Sync, questo il nome dell’estensione, permette anche la sincronizzazione dei tabs aperti con il browser.
Nelle proprietà  del tool é possibile scegliere esattamente cosa si desidera sincronizzare ed inoltre é possibile criptare i dati, per evitare brutte sorprese.

Durante l’installazione, un messaggio avverte che l’estensione rallenterà  l’avvio del browser, questo perchà© durante l’apertura di Firefox vengono immediatamente sincronizzati i dati con il server Google.
Aggiungo inoltre che sempre durante l’installazione viene disabilitata l’estensione SessionSaver, che può essere comunque tranquillamente riattivata. Per evitare conflitti con Google Browser Sync vi consiglio di disabilitare l’opzione di ripristino delle pagine aperte.
Pare che in un prossimo futuro, con il rilascio di nuove versioni, verranno offerte ulteriori opzioni per ciò che riguarda la sincronizzazione dei dati. Sarà  quindi possibile scegliere, per esempio, soltanto una parte dei bookmarks da sincronizzare.
Google Browser é disponibile per Firefox (a partire dalla versione 1.5).

Ho provato Google Spreadsheet

Google Spreadsheets

Ho ricevuto ieri l’invito per entrare all’interno del nuovo Google Spreadsheet.
I blog e i siti che parlano di questa applicazione sono tanti, quindi evito di descrivere che cos’é Google Spreadsheet.
Aggiungo solo che per molti analisti, questo dovrebbe essere un nuovo attacco di Google verso Microsoft, più precisamente conto MS Office.
Ho inserito quindi con grossa curiosità  la mia Gmail e la mia Gpassword per vedere il funzionamento di Spreadsheet.
La prima reazione é stata “WOW!”, nonostante il mio passato da programmatore, rimango in parte sempre affascinato dalle ultime applicazioni AJAX. Questo effetto é durato però solo pochi minuti. Parliamoci chiaro, Google Spreadsheet é uno scherzo. Esistono tutte le funzioni basilari, ma oggi sono disponibili sul mercato applicazioni Open Source in grado di schiacciare sotto ogni punto di vista Spreadsheet. Per l’utente che desidera avere un semplicissimo tool per eseguire banali calcoli va più che bene, ma per quelli che anche solo sporadicamente lavorano con questa tipologia di programmi mancano realmente importanti funzioni:
- Non é possibile inserire oggetti di nessun tipo
- La creazione di tabelle é snervante
- Non é possibile creare diagrammi (anche se pare che questa funzionalità  sarà  aggiunta in futuro)
- Non esiste la possibilità  d’aggiungere filtri
- Sono supportati solo i formati xls o csv
- La possibilità  di stampare i fogli di calcolo é in sostanza inesistente
- Etc. etc.
Potrei aggiungere altre cose, ma non voglio entrare troppo nel dettaglio, anche perchà© questa versione di Spreadsheet non é ancora del tutto completa. Desidero aspettare le prossime versioni per poter dare un mio commento definitivo.

Video of the day: Animator vs. Animation

No comment, semplicemente fantastico.
Animator vs. Animation
-> vai al sito

Fonte: Basic Thinking

Il futuro dell’editoria

Nulla di buono all’orizzonte per i quotidiani, non solo quelli nostrani, ma di tutto il mondo.
Questi si trovano proprio in mezzo a diversi attacchi. I costi di stampa aumentano e gli incassi pubblicitari diminuiscono. E’ di questa settimana la notizia che indica il boom della pubblicità  online. In Inghilterra si pronostica che entro la fine del 2006, i profitti attraverso pubblicità  online supereranno quelli realizzati attraverso il classico media cartaceo.

Lo studio fatto dall’agenzia GroupM, calcola che nel 2006 gli investimenti online copriranno il 13,3 percento del mercato pubblicitario inglese. In USA ci troviamo, come già  detto, davanti allo stesso fenomeno, la diffusione di pubblicità  online aumenta in maniera quasi sproporzionata. Durante il primo quadrimestre 2006 si é arrivati a coprire il 38% del mercato pubblicitario, passando quindi dai 2,8 miliardi di dollari del 2005 ai 3,9 del 2006.
Proprio la rapida diffusione della pubblicità  online, ha lasciato molti analisti di stucco. Solo sei anni fa, in Inghilterra il settore online copriva l’1% del mercato pubblicitario.

I giovani leggono sempre meno, oggi vivono di SMS, e Internet avanza con la banda larga.
Grazie ai blog oggi la rete é diventata più affidabile e aggiornata di qualsiasi testata giornalistica. Se poi ci pensiamo bene, gli stessi quotidiani si fanno concorrenza da soli, poiché i contenuti dei loro siti sono quasi interamente gratis. Effettivamente non avrebbe senso mettere a pagamento i contenuti, perché questi sono poi tranquillamente reperibili attraverso altri migliaia di siti.

C’é quindi un cambiamento, che forse nessuno si aspettava arrivasse in maniera tanto rapida. Non penso che la stampa classica sparirà , ma spariranno quelle testate che non si adegueranno in fretta alle nuove richieste, ovvero più attualità , mobilità  e scelta personale dei contenuti.

L’esempio viene portato proprio in questi mesi attraverso un progetto pilota da parte del quotidiano belga De Tijd. Altri test verranno effettuati poi da Les Echoes di Parigi e dal gruppo tedesco IFRA.
Anche in Italia, attraverso il Gruppo Editoriale L’Espresso, sta partendo un progetto pilota simile a quello belga.
Siamo però ancora lontani dal cambio dei modelli aziendali ee adesso si cerca di aumentare gli introiti attraverso vendite secondarie con Enciclopedie, DVD, Videogiochi. Anche all’estero si cerca di minimizzare il problema allo stesso modo, come in Germania dove gli esempi più indicativi vengono mostrati dal Bild Zeitung (http://www.bild.de/) e dal Sueddeutsche Zeitung (http://www.sueddeutsche.de/) attraverso i loro portali e-commerce.
Proviamo ad uscire dall’Europa e andiamo ad osservare il mercato americano. Anche qua la situazione é del tutto identica a quella europea. Il Washington Post guadagna di più con la sua Start-Up Kaplan, che offre libri e test sulla preparazione d’ammissione universitaria, che con la vendita del suo quotidiano.
Come non poteva accorgersi Bill Gates di questa situazione? Questo ha infatti reagito pronosticando (e preparandosi ma si sa ancora poco) che i quotidiani sopravviveranno solo se verrà  introdotta una certa interattività  tra il quotidiano classico e la rete.

Al momento tutti guardano e si avventano su Internet, le sue comunità  e sui blogs.
Altro esempio di questo cambiamento é il progetto Newspaper Next , dove si cerca finalmente d’instaurare un dialogo reale con il lettore.
Sappiamo tutti cosa é successo lo scorso anno con gli attacchi terroristici a Londra e durante gli scontri nelle periferie parigine. Le notizie sono arrivate prima sulla rete e poi sui quotidiani, inoltre le prime erano semplicemente più attendibili. Oggi le persone viaggiano con cellulari in grado di scattare foto e girare video, hanno portatili in grado di connettersi in rete ovunque, insomma il “Citizen-Journalism” é un fenomeno che nasce e cresce da solo, basta semplicemente avere il posto per inserire le proprie notizie.

Quello dell’editoria é un tema molto caldo, che probabilmente ci accompagnerà  nei prossimi anni. Sarà  interessante vedere non solo come le cose cambieranno, ma quali impatti verranno causati all’indotto circostante.