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La panza é piena e la mente vacilla.

Enoteca Italiana

Sono appena arrivato a casa, diciamo leggermente brillo, dopo una bellissima serata trascorsa con due carissimi amici ricercatori, Robert lo svedese e Alessandro il sardo. Sono stato all’enoteca italiana, bellissimo locale all’interno della fortezza medicea di Siena. Il caro Alessandro é arrivato in ritardo saltando l’ottima cena a causa di problemi enoginecologici. La serata, a base di piatti e vini del Trentino, Piemonte, Lazio e Lombardia, é stata intensa. Abbiamo parlato di tanti argomenti, partendo spaziando dalla musica di Kate Bush per arrivare al mio amore per le tecnologie. Difficile trovare un gruppo di persone disposte non solo a parlare, ma anche ad ascoltare. Robert mi sorprende spesso. Ha una grossa cultura e analizza bene i sistemi comunicativi del nostro paese. Mi colpiscono sempre le critiche sui nostri mezzi di comunicazione, nel caso specifico le televisioni, perché é normalmente difficile comprendere la complessa struttura dei nostri mass-media, da parte di una persona che arriva dall’estero.
Desidero mantenere questo blog, un luogo apolitico, ma quando un amico svedese parla di “telegiornali propaganda”, la cosa mi coglie sempre alla sprovvista. Parlo dei blog e dell’importanza e del rilievo che questi possono avere nel modo di comprendere l’informazione in Italia. Anche questa volta Robert mi ha sorpreso. Lui vede, e forse vedrà  ancora, i blog come un passaggio momentaneo di una cultura tecnologica. Non la penso così.
Chi scrive e genera giornalmente contenuti all’interno di un suo blog lo fa per diffondere i suoi pensieri, banali o intellettuali che siano.
La differenza é che esiste una diversità  di contenuti all’interno dei blog. Io filtro e sono al tempo stesso la mia censura. Scrivo ovvero sono. Il tutto é una mia opinione, condivisibile o non, da altre persone.
Quello che però mi ha fatto realmente riflettere, é che sempre più spesso noto che la diffusione di un blog avviene attraverso un numero di persone che lo utilizzano per scrivere. Insomma é un circolo forse vizioso di persone, forse sempre le stesse. Le persone estranee a questi sistemi non hanno ancora recepito il messaggio di base che vuole essere lanciato. Sto parlando in ogni modo di due persone, Robert e Alessandro, che hanno conoscenze culturali e informatiche.
La domanda di cui mi occuperò questa sera, prima della classica sigaretta della buona notte é: i blog, di cui si parla quotidianamente, sono realmente così diffusi?
Si tratta solo di questioni tecniche, come il digital divide o i blog sono solo un formato di nicchia?
Stiamo forse lasciando da parte i “classici” sistemi d’informazione in rete?
Adesso ci penso, mi fumo una sigaretta e se avrò un’idea, domani la scrivo.

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