Da alcuni giorni sono entrato in possesso di un conto su Google Wave, uno dei progetti più chiacchierati in questi mesi sulla rete. Le ambizioni Google con questo sistema sono molto alte, compresa l’eliminazione futura dell’onnipresente email.
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E rieccoci qua a riscrivere di old e new media.
Il modo migliore per iniziare é cercando di rivedere quello che é successo durante tutto il 2007, l’anno che secondo me ha consacrato il successo del termine Web 2.0, parola che ha preso il sopravvento su tutto quello che é la rete, portali online, reti sociali e semplici siti web.
Si é spesso parlato di una rete in sostituzione ai classici canali mediatici, come radio e televisione. Si può affermare che il 2007 é stato l’anno della svolta definitiva, dove radio, televisioni e stampa sono diventate totalmente dipendenti da internet, sia per la ricezione ma soprattutto per la diffusione delle informazioni. Per i media classici la rete é diventata un mezzo insostituibile, ma al tempo stesso un arma a doppio taglio, basta ricordare quello che é avvenuto con il Vaffa-Day di Beppe Grillo. Non é un caso che ci siamo ritrovati davanti a fortissime discussioni sulla censura della rete in Italia e in tutta l’Europa. Per non parlare poi della censura applicata nel resto del globo, a favore di questo o quel governo, da parte di Google, Yahoo e compagnia bella.
I casi di censura più tristi si sono verificati in Cina, Iran e Birmania, soprattutto a scapito di blogger dissidenti. RSF ha criticato pesantemente l’attuazione della censura da parte del governo cinese, soprattutto in vista dei prossimi giochi olimpici.
Per quello che riguarda le reti sociali, due sono i servizi esplosi durante il 2007, Facebook e MySpace, che hanno ampliato il loro raggio d’azione localizzandosi in termini geografici e di linguaggio. Purtroppo parallelamente al loro successo sono avanzate numerose critiche ai due servizi, soprattutto per ciò che riguarda la pedopornografia e lo scorretto utilizzo dei dati personali a fini pubblicitari.
Non é stato solo l’anno di Facebook. Per la prima volta nella storia informatica ci si é trovati davanti ad un fenomeno di massa in grado di coinvolgere virtualmente milioni di persone. Second Life é diventato l’esempio di come la teoria sui mondi paralleli sia in grado d’integrarsi perfettamente all’interno della rete. Ma Second Life, nonostante l’enorme massa di seguaci, é stato un fenomeno temporaneo, forse la vera ed unica bolla del Web 2.0. Le attese sono state troppo alte e quando le aziende e i partiti politici hanno cominciato ad acquistare terreni virtuali il mondo di Second Life ha cominciato a spopolarsi. Second Life inoltre si é trovata a combattere contro il curioso mondo del copyright virtuale. Per quanto ridicolo, sono decine le aziende che hanno fatto causa alla Linden Research per motivi di contraffazione virtuale.
Su Second Life le “Addas” non vanno bene.
Ma giacchà© siamo in tema di copyright, come non parlare del DRM, la protezione digitale musicale. Il 2007 si é concluso lasciando alle spalle decine di utenti P2P davanti ai giudici e dietro alle sbarre, con migliaia di dollari da pagare alle grandi major. Il discorso però non é ancora terminato e andrà sicuramente avanti per tutto il 2008 e forse oltre. Apple e Universal Music hanno scosso il mondo della musica annunciando il loro divorzio dal DRM, ma sono ancora tante le aziende che puntano sulla protezione audio e video. Ma il discorso sul DRM non si limita più solo alla pirateria derivata dal P2P, ma anche alla diffusione dei contenuti attraverso portali come YouTube o DailyMotion, servizi oramai in grado di devastare tutto il mercato audio e video.
Non per ripetermi, ma visto che parliamo di YouTube non possiamo non parlare delle convergenze derivate da questa tecnologia. Esattamente come dicevo all’inizio, televisioni e stampa sono oramai totalmente dipendenti dalle tecnologie offerte dalla rete, non é infatti un caso che per contrastare la forza di Internet siano stati lanciati servizi praticamente identici. Tutti i più grandi media, Corriere, Repubblica, La Stampa, ma anche Mediaset e Rai, offrono servizi di video streaming sui loro siti, farne a meno significherebbe perdere un treno difficile impossibile da riprendere.
Per concludere posso tranquillamente affermare che il 2007 é stato l’anno che ha fatto partire il crollo del controllo dell’informazione. Non basta più ammazzare o corrompere un giornalista, la rete e in grado di deviare il tutto. Non é un caso che proprio nel 2007 si siano battuti tutti i record riguardo alla censura. La rete spaventa chi non la conosce ed é troppo vasta per poter essere controllata. L’unico modo é proprio quello di staccare la propria nazione da ogni collegamento con l’esterno. I mezzi sono differenti ma il risultato é lo stesso. La Cina utilizza un mega firewall insieme con uno squadrone di migliaia di cyber-poliziotti, la Birmania e l’Iran staccano fisicamente i cavi in uscita dal loro paese. Ma la tecnologia avanza e con i sistemi wireless diventa sempre più difficile tenere informazioni e informatori sotto controllo. Speriamo di non vedere battere questo triste record nel 2008.
Ho appena finito di leggere (registrazione obbligatoria ma veloce) un interessante documento statistico, stilato della McKinsey, sul tema Web 2.0 e gli investimenti fatti a riguardo.