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Caro amico ti scrivo….su Facebook

Caro amico ti scrivo….su Facebook

E rieccoci qua a riscrivere di old e new media.
Il modo migliore per iniziare é cercando di rivedere quello che é successo durante tutto il 2007, l’anno che secondo me ha consacrato il successo del termine Web 2.0, parola che ha preso il sopravvento su tutto quello che é la rete, portali online, reti sociali e semplici siti web.

Si é spesso parlato di una rete in sostituzione ai classici canali mediatici, come radio e televisione. Si può affermare che il 2007 é stato l’anno della svolta definitiva, dove radio, televisioni e stampa sono diventate totalmente dipendenti da internet, sia per la ricezione ma soprattutto per la diffusione delle informazioni. Per i media classici la rete é diventata un mezzo insostituibile, ma al tempo stesso un arma a doppio taglio, basta ricordare quello che é avvenuto con il Vaffa-Day di Beppe Grillo. Non é un caso che ci siamo ritrovati davanti a fortissime discussioni sulla censura della rete in Italia e in tutta l’Europa. Per non parlare poi della censura applicata nel resto del globo, a favore di questo o quel governo, da parte di Google, Yahoo e compagnia bella.
I casi di censura più tristi si sono verificati in Cina, Iran e Birmania, soprattutto a scapito di blogger dissidenti. RSF ha criticato pesantemente l’attuazione della censura da parte del governo cinese, soprattutto in vista dei prossimi giochi olimpici.
Per quello che riguarda le reti sociali, due sono i servizi esplosi durante il 2007, Facebook e MySpace, che hanno ampliato il loro raggio d’azione localizzandosi in termini geografici e di linguaggio. Purtroppo parallelamente al loro successo sono avanzate numerose critiche ai due servizi, soprattutto per ciò che riguarda la pedopornografia e lo scorretto utilizzo dei dati personali a fini pubblicitari.

Non é stato solo l’anno di Facebook. Per la prima volta nella storia informatica ci si é trovati davanti ad un fenomeno di massa in grado di coinvolgere virtualmente milioni di persone. Second Life é diventato l’esempio di come la teoria sui mondi paralleli sia in grado d’integrarsi perfettamente all’interno della rete. Ma Second Life, nonostante l’enorme massa di seguaci, é stato un fenomeno temporaneo, forse la vera ed unica bolla del Web 2.0. Le attese sono state troppo alte e quando le aziende e i partiti politici hanno cominciato ad acquistare terreni virtuali il mondo di Second Life ha cominciato a spopolarsi. Second Life inoltre si é trovata a combattere contro il curioso mondo del copyright virtuale. Per quanto ridicolo, sono decine le aziende che hanno fatto causa alla Linden Research per motivi di contraffazione virtuale.
Su Second Life le “Addas” non vanno bene.
Ma giacchà© siamo in tema di copyright, come non parlare del DRM, la protezione digitale musicale. Il 2007 si é concluso lasciando alle spalle decine di utenti P2P davanti ai giudici e dietro alle sbarre, con migliaia di dollari da pagare alle grandi major. Il discorso però non é ancora terminato e andrà  sicuramente avanti per tutto il 2008 e forse oltre. Apple e Universal Music hanno scosso il mondo della musica annunciando il loro divorzio dal DRM, ma sono ancora tante le aziende che puntano sulla protezione audio e video. Ma il discorso sul DRM non si limita più solo alla pirateria derivata dal P2P, ma anche alla diffusione dei contenuti attraverso portali come YouTube o DailyMotion, servizi oramai in grado di devastare tutto il mercato audio e video.
Non per ripetermi, ma visto che parliamo di YouTube non possiamo non parlare delle convergenze derivate da questa tecnologia. Esattamente come dicevo all’inizio, televisioni e stampa sono oramai totalmente dipendenti dalle tecnologie offerte dalla rete, non é infatti un caso che per contrastare la forza di Internet siano stati lanciati servizi praticamente identici. Tutti i più grandi media, Corriere, Repubblica, La Stampa, ma anche Mediaset e Rai, offrono servizi di video streaming sui loro siti, farne a meno significherebbe perdere un treno difficile impossibile da riprendere.
Per concludere posso tranquillamente affermare che il 2007 é stato l’anno che ha fatto partire il crollo del controllo dell’informazione. Non basta più ammazzare o corrompere un giornalista, la rete e in grado di deviare il tutto. Non é un caso che proprio nel 2007 si siano battuti tutti i record riguardo alla censura. La rete spaventa chi non la conosce ed é troppo vasta per poter essere controllata. L’unico modo é proprio quello di staccare la propria nazione da ogni collegamento con l’esterno. I mezzi sono differenti ma il risultato é lo stesso. La Cina utilizza un mega firewall insieme con uno squadrone di migliaia di cyber-poliziotti, la Birmania e l’Iran staccano fisicamente i cavi in uscita dal loro paese. Ma la tecnologia avanza e con i sistemi wireless diventa sempre più difficile tenere informazioni e informatori sotto controllo. Speriamo di non vedere battere questo triste record nel 2008.

Il vaso é stato chiuso

La chiusura di Pandora in Europa era nell’aria già  da qualche tempo. Troppe le belle notizie fuoriuscite in questi giorni riguardo alla EMI e il DRM.
Peccato! Pandora é un servizio eccellente per aumentare le proprie conoscenze musicale. Si inseriscono un paio di canzoni e Pandora crea tutto un programma musicale che si adatta bene ai propri gusti. Il tutto funziona egregiamente ed é un sogno per chi ama la musica e desidera scoprire anche nuovi gruppi o generi.

Purtroppo tutte le cose belle prima o poi finiscono, un vero peccato.
Ecco cosa si legge da ieri su Pandora.com:

Dear Pandora Visitor,

We are deeply, deeply sorry to say that due to licensing constraints, we can no longer allow access to Pandora for most listeners located outside of the U.S. We will continue to work diligently to realize the vision of a truly global Pandora, but for the time being we are required to restrict its use. We are very sad to have to do this, but there is no other alternative.

We believe that you are in Europe (your IP address appears to be 213.31.11.63). If you believe we have made a mistake, we apologize and ask that you please contact us at pandora-support@pandora.com

If you are a paid subscriber, please contact us at pandora-support@pandora.com and we will issue a pro-rated refund to the credit card you used to sign up. If you have been using Pandora, we will keep a record of your existing stations and bookmarked artists and songs, so that when we are able to launch in your country, they will be waiting for you.

We will be notifying listeners as licensing agreements are established in individual countries. If you would like to be notified by email when Pandora is available in your country, please enter your email address below. The pace of global licensing is hard to predict, but we have the ultimate goal of being able to offer our service everywhere.

We share your disappointment and greatly appreciate your understanding.

Sincerely,
Tim Westergren
Founder

Le licenze necessarie, affinchà© Pandora potesse trasmettere anche nel resto del mondo non sono potute essere acquistate, quindi niente accesso a Pandora per tutti quelli non residenti in USA, Canada o Gran Bretagna.

Le major hanno perso nuovamente l’occasione per garantirsi il mercato musicale del futuro, creandosi una nuova clientela con Pandora, che secondo me rimane la migliore piattaforma in rete per la distribuzione di contenuti musicali.

Pazzesco che le grosse case discografiche non se ne siano accorte.
In ogni caso, chi vuole utilizzare ancora Pandora può andare sul sito proxy-list.org, scaricarsi la lista dei proxy disponibili e accedere tranquillamente a tutto esattamente come prima.
Tutti gli altri posso reindirizzarsi a sistemi alternativi, come per esempio last.fm o musicovery.com.

Dave Goldberg (Yahoo Music) critica il DRM musicale.

Dave Goldberg, capo del settore musicale di Yahoo, vede nel sistema di licenze DRM il vero problema che affligge l’industria musicale.
Sono state affermazioni che hanno suscitato un certo scalpore, soprattutto se si pensa che Goldberg le ha dette durante il Music 2.0 a Los Angeles.

Dave Goldberg chiarisce che non si tratta solo di un problema di licenze ma anche dei prezzi troppo alti, che obbliga gli utenti ad andare a scaricare la musica da altre parti. Goldberg cita eMusic come esempio da prendere, qua la musica é venduta in formato MP3 senza nessun tipo di protezione, ma rimane un forte e reale bisogno di nuovi e innovativi concetti di vendita.

Goldberg non ha scoperto l’acqua calda e vedere le grandi major musicali, che inorridiscono davanti a queste affermazioni, mi fa solamente ridere.
Devo però aggiungere, che in contrasto con le affermazioni di Goldberg, abbiamo l’iTunes di Apple, che come ho scritto poco fa, ha raggiunto traguardi importanti e ottimi fatturati. Certo Apple ha un marketing vincente, la coppia iPod + iTunes, ovvero hardware + software, é stata studiata in maniera egregia, questo dovrebbe far pensare.