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Come sta il Web 2.0? (parte 1a)

Noto che in questi giorni si é riaccesa la febbre di teorizzazione del Web 2.0. Le discussioni sono le più varie e in diversi blog. Addirittura si parla già  del dopo Web 2.0, ipotizzando futuri Web 3.0 e 4.0.
Molti utilizzano spesso questo termine con senso d’innovazione, spacciando anche mediocri prodotti, come progetti innovativi perchà© Web 2.0.
Forse é meglio ricominciare da dove é partito il tutto, per evitare anche i vecchi problemi avuti con la prima ondata della new economy, diventato poi lo tsunami del mondo informatico.

Per capirci iniziamo con il ricordare che il Web 2.0 é un modo di concepire la rete e il mondo delle informazioni, che allo stesso tempo viene accompagnato da tecnologie esterne.

Uno degli esempi più rilevanti é sicuramente Wikipedia. Una qualsiasi persona scrive contenuti é nello stesso momento li condivide con gli altri, senza chiedere nulla in cambio se non la disponibilità  d’altre persone a condividere altrettante informazioni e contenuti.

Contemporaneamente però, proprio attraverso la condivisione delle informazioni, si é arrivati ad avere troppi contenuti, quindi per conseguenza logica si é diffuso a macchia d’olio il principio del “tagging“, concetto che permette in maniera semplice e veloce la loro categorizzazione.

Parlando di contenuti e tag, non possiamo non parlare di ciò che ha fatto realmente esplodere il periodo del Web 2.0, ovvero i nostri cari blog. Questi sono infatti una dei più importanti derivati del Web 2.0, che se usati correttamente, rispecchiano esattamente tutti i suoi principi, ovvero Condivisione Contenuti+Categorizzazione Tag+Tecnologia Esterna.
Molto spesso qua in azienda mi viene chiesta la differenza tra un blog, una homepage o un forum.
Difficile da spiegare perchà© non si può illustrare qualcosa che inizialmente é astratta e che diventa solo in seguito blog. Senza spiegare prima i concetti principali del Web 2.0, si rischia di far passare il tutto come una semplice e banale moda, sostituzione delle vecchie homepage personali.

Una homepage aveva una struttura che partiva dall’alto verso il basso, ricorderete sicuramente gli schizzi sui fogli per costruire la navigazione del proprio sito. Il blog é strutturato in maniera quasi piatta, basandosi su un sistema cronologico e con una gerarchia (quando c’é) che si espande ad un massimo di due livelli.
Le homepage si differenziavano molto spesso per la grafica, ci fu un periodo esplosivo di pesantissimi siti flash, con fuochi d’artificio, immagini continuamente in movimento e suoni lounge o techno.
I blog oggi, al contrario, sono graficamente tutti simili, differenziandosi solo per i propri contenuti.

C’é chi sostiene che un Blog per essere “Web 2.0 compliance”, deve avere al suo interno altri componenti, come navigazioni AJAX o le API di Google Maps (parametri richiesti per esempio dal Web 2.0 Validator), ma come detto finora, mi sembrano principi assolutamente fuori dalla logica del Web 2.0.

Un blog diventa parte del Web 2.0 solo ed esclusivamente attraverso la condivisione dei suoi contenuti, che avviene attraverso parole chiave, appunto tag, proprio come succede con Technorati.
Tutto questo insieme alle funzionalità  offerte dal Ping e dal Trackback fanno del blog un vero elemento del Web2.0.

E’ esattamente tutto quello che sto facendo in questo preciso istante:
- scrivo l’articolo
- lo collego a parole chiave
- lo pubblico condividendo i contenuti attraverso i miei tag
- cerco articoli simili (grazie ai tag) e inserisco i miei trackback per far vedere al mondo intero, che anche io ho da dire qualcosa a riguardo.

A questo punto entrano in gioco ATOM, RSS e affini che vengono integrati attraverso i vari Bloglines, Netvibes, etc.

Eccoci quindi alla fine di un percorso che sta però per ricominciare, insomma un circolo vizioso e speriamo senza fine.
Io Leggo->Io Scrivo->Io Condivido->Tu Leggi->Tu Scrivi->Tu Condividi->Â…..e avanti così

Stiamo andando veloci, tutti quanti, forse troppo. Non so dire se sia giusto o sbagliato, ma ho come l’impressione che chi non salta sul treno adesso possa perderlo per sempre e non capirci nulla per il resto della sua vita.
Tutti già  si stanno aspettando il prossimo passo, come in un film ci si attende il seguito della puntata.
Già  si parla del Web Semantico, cosa sarà ? Il Web 3.0? Sarà  il momento della ristrutturazione dei contenuti del Web 2.0. Il web semantico costruirà  delle relazioni tra articoli, contenuti autori e lettori in maniera strutturale e contestuale. In questo modo si riuscirà  a separare, in maniera inizialmente soggettiva, ma che per forza di cose diventerà  collettiva, la cacca dallo zucchero.

Certamente già  adesso, attraverso i sistemi utilizzati da Google (Page Rank) o da Technorati, ovvero attraverso il numero di link che si riferiscono ad un certo blog o sito, si riesce in maniera relativamente efficace a separare il buono dal cattivo, ma purtroppo proprio a causa della struttura di quest’algoritmo, molto spesso lo zucchero viene sciacquato via insieme alla cacca. Questo significa che c’é bisogno di modificare qualcosa.
Il Web Semantico riuscirà  ad aumentare le nostre possibilità  di filtraggio dei contenuti, potremo quindi realmente cominciare a gustare tutte le parti dolci della rete.