In un articolo (registrazione necessaria) del New York Times viene segnalato che prossimamente Google, insieme al suo classico sistema pubblicitario, aggiungerà anche motivi grafici.
Leggendo a fondo l’articolo, Google offrirà spazi pubblicitari ad AOL per un valore di 300 milioni di dollari, compresi anche i tanto odiati banner.
Questa somma va aggiunta al miliardo di dollari pagato da Google, per partecipare al 5% di Google.
La pagina principale di Google Search dovrebbe rimanere libera di spazi pubblicitari, mentre dopo una ricerca, sul margine destro saranno integrati dei box con fotografie o logo.
Ora una domanda? Perché avete iniziato ad usare Google? Io ricordo perfettamente che il motivo principale del mio utilizzo, fu proprio la mancanza di banner, flash, popup etc. Google era in controtendenza con tutto il mondo online, che per far fronte alla crisi della new economy, cominciò a bombardare l’utente di pubblicità e diminuendo il valore dei contenuti.
Mi sembra che anche Google cominci a dimenticare la storia del suo successo.
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Il miliardario Carl Icahn, possessore del 3% delle azioni Time-Warner, non é favorevole alla partecipazione di Google con AOL e ne preferirebbe una con eBay o IAC/Interactive, quest’ultima già proprietaria di una moltitudine d’aziende online tra cui Ask Jeeves, Citysearch, GetSmart, Gifts.com, HSE24, Match.com, Ticketmaster e udate.com.
Icahn, tramite una lettera ufficiale, é convinto che una lunga cooperazione con Google, procurerà più danni che benefici ad AOL, compromettendo eventuali fusioni con altre aziende. Queste conclusioni arrivano dopo l’analisi da parte della Goldman Sachs, importante azienda di consulenza finanziaria, che in un suo report ha espresso preoccupazioni anche riguardo ad una cooperazione con MSN o Yahoo.
L’agenzia di stampa Reuters ha fatto partire oggi un progetto pilota che permette di integrare i suoi video all’interno di pagine web.
Il progetto, denominato “Video Affiliate Network Program” permette agli autori di blog o portali notiziari, l’inserimento di (massimo venti) video. Stephen Smyth, manager della Reuters, dichiara che l’offerta sarà attualizzata giornalmente.
Si tratta di un’offerta molto interessante, se pensiamo che l’azienda londinese fino ad oggi ha offerto i suoi contenuti a pagamento unicamente a quotidiani, televisioni e radio. Negli ultimi anni, la Reuters ha investito molto per offrire un certo numero di servizi attraverso la rete e grazie a questo nuovo metodo, si capisce che la strategia continua verso un potenziamento della divisione online.
Il videoplayer, per la visione dei contenuti, viene automaticamente caricato dai server della Reuters, questo evita l’installazione di software aggiuntivo da parte dell’utente.
Durante la fase pilota, il servizio sarà offerto gratis, mentre dai primi mesi del 2006, si potrà scegliere tra il pagamento di una piccola quota o la visualizzazione di corti spot pubblicitari.
Seamonkey, il successore della suite Mozilla, é stato rilasciato oggi ufficialmente come versione beta 1.
Seamonkey é stato creato utilizzando buona parte del codice di Firefox 1.5 e Thunderbird 1.5, infatti, molte delle funzionalità di questi due programmi, sono integrati all’interno della nuova suite.
Come la vecchia suite Mozilla, Seamonkey é composto da un browser, client email, un editore HTML e un client IRC.
Per ciò che riguarda il rendering delle pagine HTML, Seamonkey utilizza la versione 1.0b di Gecko, la stessa utilizzata da Firefox 1.5.
Questa versione supporta ora grafiche SVG e le estensioni Canvas-HTML.
Seamonkey Beta 1 é disponibile in lingua inglese per Windows, MacOS X e Linux. Il rilascio definitivo, di una versione “stable”, é attesa a gennaio 2006.