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Gliffy – Visio Online (parte 1a)

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Una nuova applicazione entra a far parte del mondo Web 2.0. Si tratta di Gliffy, un servizio online che permette la creazione di diagrammi e slide in tipico stile Visio.
Gliffy é stato scritto con OpenLaszlo, sistema che permette l’eseguimento sotto forma d’applicazione Flash all’interno del browser.
Attraverso l’utilizzo di Gliffy, gli utenti possono:

  • Creare diagrammi online
  • Salvare i diagrammi uno spazio protetto dal login
  • Condividere ed elaborare progetti insieme con altri utenti
  • Inserire i diagrammi creati all’interno del proprio sito web
  • Esportare i diagrammi in formato SVG

In classico stile Web 2.0, Gliffy si presenta al pubblico in versione beta e durante questo periodo il sistema sarà  gratuito.Superata questa fase sarà  introdotta una versione a pagamento con maggiori funzionalità .

Per utilizzare Gliffy e condividere i propri file con altri utenti é necessaria la registrazione di pochi dati.
Gliffy 01

Subito dopo si può procedure al login e quindi iniziare a lavorare con Gliffy, la prima schermata che appare permette infatti di creare un nuovo documento.
Gliffy 02

Ora inizio a confrontarmi realmente con l’interfaccia grafica di Gliffy, che riprende gli elementi principali di Visio.
La GUI é divisa in tre sezioni:

  • a sinistra si trovano i simboli raggruppati per categoria
  • al centro il vero posto di lavoro
  • a destra sono invece visualizzate le proprietà  del documento o degli oggetti utilizzati.

Gliffy 03
ZoomEnlarge

I gruppi di simboli alla sinistra del programma sono così definiti:

  • Flow Chart (per la visualizzazione dei processi)
  • Network (per la creazione di tipologie di rete)
  • User Interface (per le interfacce d’utenza)
  • Floorplan (per disposizioni architetturali)
  • Basic Shapes (forme di base)

Gliffy 04
ZoomEnlarge

La creazione dei diagrammi é veramente semplice, basta semplicemente cliccare e trascinare le icone desiderate all’interno del foglio di lavoro. Dopo quest’operazione é possibile ridimensionare, ruotare o spostare l’icona come desiderato. Anche le classiche funzionalità  “ctrl+c” (copia) e “ctrl+v” (incolla) sono perfettamente funzionanti.
Gliffy 05

Gliffy offre inoltre la possibilità  di colorare ed etichettare i differenti simboli.
Gliffy 06

La creazione dei collegamenti tra le diverse icone si esegue tramite il “Connector Tool”. Basta selezionare questa funzionalità , selezionare un punto d’ancoraggio e “tirare” una linea fino al successivo punto desiderato.
Gliffy 07

La Francia continua il suo attacco sul web e lancia Geoportail (3)

Dopo una lunga pausa, causata da differenti motivi, rieccomi “Back in Action”.
Tornato a casa dopo questo periodo d’assenza, sono andato a controllare nuovamente se il portale geografico francese “Geoportail” fosse nuovamente disponibile.
Per chi non lo sapesse, dopo un blasonato lancio in rete, presentato addirittura dal presidente francese Chirac, il sito a causa del forte numero d’accessi, é rimasto per giorni irraggiungibile.
Geoportail é stato presentato come una sorta d’applicazione killer nei confronti del più famoso Google Maps. La qualità  delle immagini dovrebbe essere superiore e anche la navigazione delle cartine di semplice utilizzo.
Sono andato a controllare per verificare il tutto e sono rimasto completamente deluso.
Le performance del sistema sono ora più che accettabili ma nel suo complesso il risultato finale é incomparabile con Google Maps per quantità  e qualità  dei servizi offerti.

La qualità  delle immagini é distante anni luce rispetto a Google Maps. Ecco alcuni esempi, a voi il giudizio.

La prima immagine mostra una foto aerea (1:400000) del fiume Senna e di Parigi. Già  con questa prima immagine si nota come le immaggini di Geoportail risultino più “sporche”, risulta infatti difficile localizzare la città  di Parigi, cosa che invece con Google avviene tranquillamente.
Small compare 1
ZoomEnlarge

Ma iniziamo ad avvinarci alla città . Come primo spunto per la comparazione ho deciso di prendere Place de la Concorde da diverse altitudini.
1:12000
Small compare 2
ZoomEnlarge

1:3100
Small compare 3
ZoomEnlarge

Ora passiamo allo zoom massimo consentito da Geoportail, dove non rimane che una foto sfocata mentre su Google sono ben visibili molti dettagli.
1:1600
Small compare 4
ZoomEnlarge

Il livello d’ingrandimento di Google Maps é maggiore rispetto a Geoportail, senza comunque perdere in qualità . Osservando l’immagine qua sotto, vedrete che si riesce a distinguire se le automobiili hanno il tetto apribile oppure no, l’ombra dell’obelisco e in parte anche quello delle persone presenti.
Small compare 4.1
ZoomEnlarge

La seguente immagine mostra bene le differenze visive dei due sistemi. Se da una parte Google riesce a visualizzare bene anche i dettagli dell’Arco di Trionfo nella Place de l’à‰toile, Geoportail mostra semplicemente un cubo bianco all’interno di una rotatoria.
1:1600
Small compare 5
ZoomEnlarge

Come ultima immagine comparativa non poteva mancare la Tour Eiffel
1:1600
Small compare 6
ZoomEnlarge

In conclusione penso di poter tranquillamente affermare che i due sistemi non sono assolutamente paragonabili. Non si tratta solamente della qualità  delle immagini, ma anche dell’interfaccia d’utilizzo dei due sistemi, di cui mi occuperò a parte. Insomma Google Maps rimane al momento insuperato.
Geoportail rimane comunque un punto di partenza, anche se con i limiti di un progetto che vive di finanziamenti statali.

Il progetto freedb è morto

Il progetto freedb, la banca dati che offre informazioni e tag musicali, é stato ufficialmente sepolto. I tre proprietari del progetto, Michael Kaiser, Joerg Hevers e Ari Sundholm devono aver pesantemente litigato. Andando sul sito www.freedb.org si possono leggere in parte i motivi della chiusura.
Purtroppo la morte di freedb causerà  indirettamente diversi problemi, viso che questa banca dati viene utilizzata da decine di differenti programmi.

Retroscena dei blog

comments.jpg
Quali sono i fattori che incidono su un blog, ma soprattutto a cosa bisogna pensare prima di crearne uno, soprattutto se parliamo di corporate o business blog?
Queste sono le domande principali che i blogger dovrebbero porsi prima d’iniziare la propria avventura sulla rete.
Alcune risposte vengono fornite su uno studio di Nora Ganim Barnes, docente presso l’University of Massachusetts.

All’interno di questo studio vengono analizzati 74 diversi “Business-Blogger” americani e si trovano interessanti affermazioni, aggiungo però che alcune di queste sono scontate o addirittura banali.
Steve Rubel riassume così i contenuti di questo studio:

1. Blogs Take Time and Commitment
2. Blogs Must Be Part of A Plan
3. A Blog is a Conversation
4. Transparency, Authenticity, and Focus are good. Bland is Bad

In questo studio noto delle contraddizioni con le ultime discussioni riguardo l’utilizzo dei commenti all’interno dei blog.

Il risultato di questo studio afferma che il blog é un mezzo per creare dialogo e comunicazione. Questo però mi obbliga ad introdurre un parametro di valutazione del blog stesso, ovvero il numero delle referenze collegate al mio blog e il numero dei commenti per ogni articolo.
Proprio questo parametro va a cozzare contro la decisione di alcuni famosi blogger, che hanno scelto di eliminare i commenti all’interno del proprio blog.
Certamente l’argomento é complesso e non si può risolvere attraverso un paio di statistiche, che però mostrano importanti tendenze.

Critiche e revisioni del Video Sharing

Virginia Blog
Leggo oggi sul blog tedesco Digitaler Film che il NYT, grazie alla critica televisiva Virginia Heffernan, inizierà  un lavoro di filtraggio e selezione dei video che si trovano in giro per la rete. Lavoro sicuramente di tutto rispetto visto la quantità  spropositata di materiale che si trova in internet, grazie anche al successo ottenuto dai servizi di video sharing YouTube e Google Video. Certamente, se l’operazione dovesse andare a buon fine, il NYT riuscirebbe a creare una nicchia tematica, in grado di offrire una buona qualità  selettiva del materiale video disponibile sulla rete.