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Indignato

Si sente oramai quotidianamente la parola “indignato”, insieme alla faccia di qualche bel politico.
Ci s’indigna sempre per la frase di qualcuno. Basta dire “Sono indignato per…”, per poter smontare decine e decine di argomenti.
Basta indignarsi per dei “vaffanculo” in diretta, davanti a migliaia di persone, per poter distruggere tutto quello che é stato detto prima, in pochissimi secondi.
E noi abbocchiamo, come sempre. Gli crediamo. Se qualcuno dice che Berlusconi é una persona meschina per le sue prescrizioni processuali, per come ha preso possesso delle licenze televisive, per la Carfagna al ministero delle Pari Opportunità , per quello che ha fatto con l’Alitalia durante il periodo elettorale, per la blocca processi che sta per passare, per l’immunità  parlamentare che vuole al posto della blocca processi, e mentre racconta tutto questo, va anche nel dettaglio, raccontando per filo e per segno le motivazioni reali di queste sue affermazioni, ecco che basta dire  “M’indigno per le parole dette” che tutto finisce nel nirvana, pronto per un nuovo ciclo di vita e si ricomincia dall’inizio. Senza risposte e senza soluzioni.
Forse dovremmo cominciare ad essere indignati per essere semplicemente italiani.

Ma come diceva Gaber:
io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono.