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Archives for : March2006

Video of the day: Microsoft iPod

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Senza parole

Crazy Egg, finalmente statistiche differenti

Crazy Egg
Tutti quelli che hanno un sito un blog, un portale e-commerce o anche un semplice sito corporate, si sono spesso posti una domanda :”Ma dove, come e quando si muovono i miei utenti”?
Scopro oggi su Mashable, un nuovo sistema d’analisi per le presenze in rete: Crazy Egg.

Bella idea, direi quasi geniale. Crazy Egg non é il solito Webalizer, che mostra il numero di visite e le page impressions, ma calcola e visualizza le utenze di un sito in maniera particolare, permettendo una reale ottimizzazione dei contenuti.
Crazy Egg é un sistema statistico”overlay”, che mostra quindi in maniera grafica, le abitudini e i click effettuati dagli utenti su un sito web. Grazie a queste ottime grafiche, é possibile perfezionare il layout, i contenuti e le funzionalità  di un sito.
Overlay
Crazy Egg non calcola soltanto il numero dei click sui diversi link di un sito, ma anche le posizioni e i movimenti del mouse. Proprio grazie a questo é possibile creare delle “heatmap”, i luoghi più “caldi” e utilizzati di un sito internet.
Per capire meglio il tutto, consiglio di guardare gli screenshot su Mashable e sul sito della Crazy Egg, che sicuramente mostrano il funzionamento in modo molto chiaro.

Crazy Egg, come d’abitudine Web 2.0, é in fase beta. Per registrarsi bisogna inserire il proprio indirizzo email e attendere che si venga ricontattati.

I CEO delle aziende IT sono più ricchi

Chi non ricorda gli anni d’oro del 1999 e del 2000? Le aziende IT navigavano nell’oro, i dipendenti erano pagati bene e i direttori non badavano a spese. Insomma, non si stava male. Poi arrivò il crollo della New Economy, con i suoi fallimenti e i licenziamenti. Non era difficile vedere persone, che poco prima coprivano importanti ruoli aziendali, andare in giro a mendicare un posto di lavoro.
Sembra che i gloriosi anni d’oro siano tornati, ma solo per i CEO delle grosse aziende IT.
Terry Semel, CEO di Yahoo, negli ultimi due anni ha guadagnato con le sue azioni circa 400 milioni di dollari. Nel 2003 Semel possedeva “solamente” 25,4 milioni.
John Tompson, a capo della Symantec, l’azienda produttrice di Software Antivirus più famosa al mondo, ha triplicato i suoi guadagni rispetto allo scorso anno, arrivando nel 2006 a possedere circa 69 milioni di dollari. Tutto questo grazie alle azioni della Symantec, che sono aumentate del 118% negli ultimi due anni.
John Chambers, CEO della Cisco, non é da meno. Grazie alla vendita delle sue azioni, nel 2005 si é portato a casa circa 61 milioni dollari. Nel 2004 aveva guadagnato solo 38 milioni.
La stampa americana riporta che i CEO delle 150 aziende più importanti e grosse della Silicon Valley, attraverso la vendita delle loro azioni, hanno guadagnato 1,55 miliardi di dollari. Questo é un aumento del 50% rispetto al 2003 e del 177% rispetto al 2002.
Il tutto può effettivamente rappresentare un certo ottimismo per il futuro, ma non posso non esprimere qualche serio dubbio.
A parte qualche raro esempio, l’offerta di stock options ai propri dipendenti era molto diffusa, ma dopo il botto del 2001, queste possibilità  vengono sempre più spesso offerte solo ai livelli più alti delle piramidi aziendali. Questo é quello che avviene in USA, in Italia le aziende che offrono queste possibilità  si possono contare sulla punta delle dita.
Certamente queste notizie aumentano l’ottimismo popolare, soprattutto quello del settore, ma non bisogna dimenticare che in Europa, il settore IT ha ancora reali difficoltà . Qualche segnale positivo arriva dalla Germania, che ha una vecchia tradizione informatica, dalla Francia, che continua ad investire in processi innovativi e dalla Gran Bretagna che si affida all’alleanza con le aziende americane. L’Italia? La domanda rimane aperta.

Amazon S3 Vs. Google Drive

Amazon S3

Di Google Drive si parla già  da diversi giorni, ma oggi leggo che Amazon ha lanciato sul mercato un servizio per il salvataggio di file online, orientato agli sviluppatori d’applicazioni web.
Amazon chiama questo sistema S3, in altre parole Simple Storage Service. Un servizio che farà  discutere e che muoverà  le acque di questo mercato.
Michael Arrington (Techcrunch), già  in un suo articolo del 21-11-05, sperava ad un servizio analogo, le sue attese ora si sono in parte realizzate.
Per Amazon S3 non si paga nessun abbonamento mensile e nemmeno una tantum per iscriversi al sistema, si pagano semplicemente 15 US-Cent per ogni GB e 20 US-Cent per ogni GB di traffico. La dimensione massima dei file in upload può raggiungere un massimo di cinque GB.
Ripeto, l’offerta di Amazon é un pugno a tutti i servizi simili al momento di disponibili, inevitabilmente le offerte dei concorrenti dovranno cambiare. Basta guardare i prezzi di Xdrive e Box.net per rendersene conto.

Apple brevetta le tecniche RSS

Apple

Il marchio con la mela ha registrato, il 29 dicembre 2005, due brevetti con i titoli “News Feed Viewer” e “News Feed Browser“.
Sotto “News Feed Viewer”, sono descritte le tecniche per la presentazione e la gestione di “Syndication XML”. Il Feed-Viewer viene presentato come la possibilità , da parte dell’utente, di decidere quali e quanti contenuti RSS si desidera gestire. Inoltre l’utente ha la possibilità  di rigenerare un feed dai contenuti già  presenti.

Per ciò che riguarda il “News Feed Browser”, viene esplicitamente descritto il sistema utilizzato dai vari browser per la registrazione automatica dei contenuti RSS.

Dave Winer, l’ideatore del sistema RSS, risponde a questa notizia con una semplice frase:
Apple is patenting our inventions, again. Oy.

Io aggiungo semplicemente “Apple don’t be evil!“.