Ultimamente si parla spesso della censura praticata dal governo cinese sulla rete, tralasciando in parte altri paesi, che praticano una censura altrettanto forte. Il Marocco ha da poco bloccato il sito Anonymizer.com e la Tunisia quello della Federazione Internazionale dei Giornalisti, IFJ. (Fonte: Balancing Act)
Già nel dicembre del 2005, il Marocco aveva bloccato gli accessi ai siti dei Sahrauà s, il gruppo etnico che desidera l’indipendenza della parte occidentale del Sahara, che nel 1976 fu dichiarata indipendente dalla Spagna ma che fu invece occupata dalle truppe marocchine per essere poi inglobata al Marocco nel 1979.
Nonostante diverse missioni diplomatiche dell’ONU, il Marocco vieta ai Sahrauà s ogni forma d’indipendenza culturale e sociale.
Certo sono stati fatti dei passettini importanti, nel 1999 il Re Mohammed VI promise di osservare le regole internazionali sui diritti umani e nel 2004 é stata fondata una commissione speciale proprio per questo.
Nonostante tutto, l’associazione “Reporter Senza Frontiere” parla ancora di una fortissima e violenta censura verso giornalisti e critici che sono normalmente arrestati e torturati.
La RSF aveva poco tempo fa consigliato, l’utilizzo del servizio Anonymizer.com per aggirare le censure internet del governo marocchino. Purtroppo, come già scritto sopra, questo sito é stato immediatamente bloccato dalla censura marocchina.
Come nel Marocco, anche in Tunisia é praticata una simile censura contro giornalisti e giudici indipendenti dal governo.
Di questi temi si voleva discutere alla Conferenza Mondiale sull’Informazione, che si é svolta proprio in Tunisia. Sono state molte le critiche fatte proprio per la scelta del luogo. La Tunisia ha accettato con tranquillità queste critiche, bloccando l’accesso al sito della Federazione Internazionale dei Giornalisti.