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Il futuro dell’editoria

Nulla di buono all’orizzonte per i quotidiani, non solo quelli nostrani, ma di tutto il mondo.
Questi si trovano proprio in mezzo a diversi attacchi. I costi di stampa aumentano e gli incassi pubblicitari diminuiscono. E’ di questa settimana la notizia che indica il boom della pubblicità  online. In Inghilterra si pronostica che entro la fine del 2006, i profitti attraverso pubblicità  online supereranno quelli realizzati attraverso il classico media cartaceo.

Lo studio fatto dall’agenzia GroupM, calcola che nel 2006 gli investimenti online copriranno il 13,3 percento del mercato pubblicitario inglese. In USA ci troviamo, come già  detto, davanti allo stesso fenomeno, la diffusione di pubblicità  online aumenta in maniera quasi sproporzionata. Durante il primo quadrimestre 2006 si é arrivati a coprire il 38% del mercato pubblicitario, passando quindi dai 2,8 miliardi di dollari del 2005 ai 3,9 del 2006.
Proprio la rapida diffusione della pubblicità  online, ha lasciato molti analisti di stucco. Solo sei anni fa, in Inghilterra il settore online copriva l’1% del mercato pubblicitario.

I giovani leggono sempre meno, oggi vivono di SMS, e Internet avanza con la banda larga.
Grazie ai blog oggi la rete é diventata più affidabile e aggiornata di qualsiasi testata giornalistica. Se poi ci pensiamo bene, gli stessi quotidiani si fanno concorrenza da soli, poiché i contenuti dei loro siti sono quasi interamente gratis. Effettivamente non avrebbe senso mettere a pagamento i contenuti, perché questi sono poi tranquillamente reperibili attraverso altri migliaia di siti.

C’é quindi un cambiamento, che forse nessuno si aspettava arrivasse in maniera tanto rapida. Non penso che la stampa classica sparirà , ma spariranno quelle testate che non si adegueranno in fretta alle nuove richieste, ovvero più attualità , mobilità  e scelta personale dei contenuti.

L’esempio viene portato proprio in questi mesi attraverso un progetto pilota da parte del quotidiano belga De Tijd. Altri test verranno effettuati poi da Les Echoes di Parigi e dal gruppo tedesco IFRA.
Anche in Italia, attraverso il Gruppo Editoriale L’Espresso, sta partendo un progetto pilota simile a quello belga.
Siamo però ancora lontani dal cambio dei modelli aziendali ee adesso si cerca di aumentare gli introiti attraverso vendite secondarie con Enciclopedie, DVD, Videogiochi. Anche all’estero si cerca di minimizzare il problema allo stesso modo, come in Germania dove gli esempi più indicativi vengono mostrati dal Bild Zeitung (http://www.bild.de/) e dal Sueddeutsche Zeitung (http://www.sueddeutsche.de/) attraverso i loro portali e-commerce.
Proviamo ad uscire dall’Europa e andiamo ad osservare il mercato americano. Anche qua la situazione é del tutto identica a quella europea. Il Washington Post guadagna di più con la sua Start-Up Kaplan, che offre libri e test sulla preparazione d’ammissione universitaria, che con la vendita del suo quotidiano.
Come non poteva accorgersi Bill Gates di questa situazione? Questo ha infatti reagito pronosticando (e preparandosi ma si sa ancora poco) che i quotidiani sopravviveranno solo se verrà  introdotta una certa interattività  tra il quotidiano classico e la rete.

Al momento tutti guardano e si avventano su Internet, le sue comunità  e sui blogs.
Altro esempio di questo cambiamento é il progetto Newspaper Next , dove si cerca finalmente d’instaurare un dialogo reale con il lettore.
Sappiamo tutti cosa é successo lo scorso anno con gli attacchi terroristici a Londra e durante gli scontri nelle periferie parigine. Le notizie sono arrivate prima sulla rete e poi sui quotidiani, inoltre le prime erano semplicemente più attendibili. Oggi le persone viaggiano con cellulari in grado di scattare foto e girare video, hanno portatili in grado di connettersi in rete ovunque, insomma il “Citizen-Journalism” é un fenomeno che nasce e cresce da solo, basta semplicemente avere il posto per inserire le proprie notizie.

Quello dell’editoria é un tema molto caldo, che probabilmente ci accompagnerà  nei prossimi anni. Sarà  interessante vedere non solo come le cose cambieranno, ma quali impatti verranno causati all’indotto circostante.

Gillmor: il giornalismo vero è appena iniziato

“Ogni giorno aumentano. Sempre più persone scrivono e aumentano le informazioni diffuse attraverso internet. L’informazione sta cambiando, questo é solo l’inizio. Fino ad oggi questa forma di giornalismo popolare si é espressa attraverso i blogs, le cose cambieranno”. Con queste parole, Dan Gillmore descrive il “Citizen Journalism” alla conferenza “Digital Lifestyle Day” (DLD06) di Monaco.
Un esempio di questa teoria é stato descritto dal capo di Six Apart, Loà¯c le Meur, che indica come gli ultimi tragici eventi a Parigi, fossero riportati in maniera reale solo dai blogger, che hanno avuto un’enorme influenza sull’opinione pubblica rispetto alle testate giornalistiche più popolari.
Le Meur é convinto anche che il dibattito sulla costituzione europea sia stata in parte influenzata anche dai blogs. Prima del voto in Francia, la maggioranza dei media tradizionali, appoggiavano con favore la costituzione europea, mentre i blogger, come poi ha dimostrato la realtà  dei fatti, rispecchiavano in maniera più fedele l’opinione delle persone.

Non é un caso che Le Meur, durante le proteste nelle periferie parigine, sia stato invitato dal ministro dell’interno francese Nicolas Sarkozy, che desiderava avere più informazioni riguardo al concetto e il funzionamento dei blog. Le Meur ha quindi girato un video dell’incontro per poi inserirlo pubblicamente in internet. 100.000 persone scaricarono questo video.
Effettivamente la Francia é lo stato che conta più blog in assoluto, secondo alcune ricerche, i blogger francesi sono circa quattro milioni, la maggior parte sotto i 25 anni.
Secondo Le Meur, oggi il numero di francesi che s’informano attraverso i blog é lo stesso di quelli che invece utilizzano i media tradizionali.

Il giornalista americano Gillmor é però convinto che il giornalismo civico non rimarrà  un esclusiva dei blog, ma in futuro saranno create delle vere e proprie testate giornalistiche online, curate dai cittadini stessi. Gillmor, ha lanciato in California il progetto “Bayosphere“, che dovrebbe spingere i cittadini a diventare giornalisti. In Corea esiste un progetto simile, Ohmy News, che al momento conta 40.000 utenti attivi.

Gillmore aggiunge che il giornalismo cambierà  radicalmente e che oggi, nonostante il gran parlare del fenomeno blog, ci si trovi solo all’inizio di un’era che modificherà  totalmente il senso dell’informazione.