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Paramount risucchia DreamWorks

Paraworks

Giacchà© siamo in tema d’acquisizioni, fusioni e OPA, vi posto quest’altra notizia. La Paramount Pictures, che già  fa parte del colosso Viacom(che comprende canali del calibro di MTV, CBS e Simon & Schuster), acquisisce la DreamWorks SKG, famoso studio cinematografico fondato anni fa da Steven Spielberg.
Il prezzo d’acquisto, compreso dei debiti della Dreamworks, si aggira intorno a 1,6 miliardi di dollari.
La transazione comprende i diritti dei 59 film creati dalla Dreamworks e alcune esclusive riguardo l’utilizzo di future serie animate della Dreamworks Animation.
Con quest’acquisizione, il capo e maggior azionista Viacom, Sumner Redstone, si assicura non solo lo studio cinematografico Dreamworks SKG, ma anche la futura collaborazione di Steven Spielberg e David Geffen che dovrebbero produrre ogni anno dai quattro ai sei film destinati al mercato televisivo.

Sempre pubblicità mobile: la Quelle tedesca

Angela

Ho appena finito di scrivere un articolo sulle nuove linee guida per la pubblicità  sui cellulari e prima d’andare a letto, sbatto il muso contro una cosa interessante.
In Germania la Quelle, una delle più grosse e indebitate catene di distribuzione al mondo, martedì prossimo farà  partire una nuova campagna pubblicitaria.
Sparsi per tutta la nazione tedesca saranno piazzati 1500 “Mobilepoints”, in sostanza dei cartelloni pubblicitari, con una bella versione femminile dell’angelo di natale che dovrebbe invogliare i passanti ad attivare il canale infrarosso IrDA del cellulare. Questi tabelloni, infatti, saranno tutti muniti d’interfaccia IrDA.
Se si vuole prendere parte ad un sorteggio a premi, basta prendere il proprio cellulare, piazzarlo davanti al tabellone luminoso con la bella “angela”. Chiaramente in questo modo le persone metteranno a disposizione il loro numero mobile per le future promozioni della Quelle. Volendo si può partecipare anche con il noioso invio di un SMS (ma anche la storia all’infrarosso non é proprio divertente).
Come ho già  detto. Attenti a dare il vostro numero di telefono in giro!

Uscite le linee guida per Banner su cellulari

Mobile Advertising

Come già  molti sanno, soprattutto da noi in Italia che é uno dei più grossi mercati della telefonia mobile, gli SMS/MMS permettono in maniera molto semplice di raggiungere qualsiasi persona. Per questo motivo si stanno investendo grosse somme di dollari per sperimentare e standardizzare nuove forme pubblicitarie da utilizzare sulle attuali e future piattaforme di telefonia mobile.
Un piccolo traguardo é stato raggiunto. La MMA (Mobile Marketing Association), di cui fanno parte Enpocket, Nextel, Yahoo e The Weather Channel Interactive, hanno rilasciato le prime linee guida per banner da utilizzare sul mercato della telefonia mobile.
L’MMA raccomanda per i banner grafici dimensioni di 80 x 15 pixel e grafiche bitmap bianche.
Per ciò che riguarda la pubblicità  in formato test, si consiglia l’utilizzo di due linee di testo con 12/16 caratteri ciascuna e un’immagine/testo da 16 colori.
Ho sempre prestato attenzione a dare il mio numero di cellulare, ora lo sarò ancora di più. Chiaramente non mi spaventano le linee guide, ma il fatto che l’industria pubblicitaria stia spingendo in maniera pesante in questa direzione. Purtroppo ho l’impressione che tutte queste associazioni, che spuntano come funghi pur d’appropriarsi di un mercato, non abbiano imparato nulla dal passato. Basta guardare quello che succede con le nostre email. Giornalmente scarico il mio filtro antispam attivato sull’indirizzo email più vecchio, filtra circa 200 email spazzatura composte di misteriose vincite in Uganda e donne faranno tutto per me solo se clicco su un link. Il mio pensiero va al futuro. Tra pochi anni ci ritroveremo nella stessa situazione se non si studiano sistemi adeguati alla difesa di questo problema. Già  oggi basta andare in giro con il cellulare e il bluetooth dimenticato attivo per un attimo per poi tornare a casa dopo un’ora e trovarsi il cellulare stracolmo di messaggio inviati da persone sconosciute.

CCIA e i dubbi su Microsoft OOXML

Office XML

La CCIA (Computer & Commincation Industry Association) ha espresso in una sua lettera ufficiale dei grossi dubbi riguardo la possibilità  di creare uno standard basato sul Office-Open-XML di Microsoft e ha chiesto esplicitamente alla ECMA di bloccare questo processo.
Secondo la CCIA, Microsoft vuole tentare di avere il controllo sul formato XML.
Effettivamente standard “aperti”, per definizione non devono essere controllati da un unico elemento ma deve essere, soprattutto nel settore IT, fonte di discussione per più elementi.

In questo caso Microsoft ha promesso al mondo intero un formato office aperto, lasciando però del tutto aperta la questione sulla gestione del formato stesso. Questa é anche l’opinione del presidente della CCIA, Ed Black.
Microsoft vuole il controllo di questo formato anche dopo averlo reso pubblico.

Il formato Office-Open-XML al momento si trova ancora in un processo di standardizzazione presso gli uffici della ECMA. Aggiungo che al momento esiste gia l’OpenDocument OASIS, un formato office pubblico utilizzato da OpenOffice e KOffice, perché non utilizzare questo?

I blog possono manipolare le opinioni?

Propaganda

I blog possono essere dannosi e recare problemi all’immagine delle aziende senza che queste ultime possano fare qualcosa. Questo é il risultato di un’analisi fatta da tre aziende di ricerca, la Market Sentinel, l’Onalytica e l’Immediate Future.
Questo studio prende base dalle critiche effettuate da Jeff Jarvis sul suo blog BuzzMachine contro la Dell.
Lo scopo di questo studio é di misurare la sfera d’influenza dei blogs con criteri scientifici invece che con i classici sistemi basati sull’opinione soggettiva in relazione al numero di commenti e al Google-Ranking.

Questo, comunque molto discutibile, studio dimostra che l’influenza diretta dei blog é più forte rispetto a quello dei mass-media tradizionali. Il blog di Jeff Jarvis é oggi il più famoso blog d’informazione per le persone che hanno avuto una cattiva esperienza con la Dell. Quest’ultima al contrario non ha nessun tipo d’influenza sul flusso e sulla tendenza di queste informazioni.
Allo stesso tempo il blog di Jarvis é diventato una delle più importanti fonti per blogs più piccoli, in altre parole con un minor campo d’azione.
Per finire, il risultato di questo studio dovrebbe dimostrare che il Blog di Jarvis sarebbe in grado di manipolare il modo in cui, per esempio, il servizio clienti della Dell é recepito dai clienti.

Lo stesso Jeff Jarvis ha grossi dubbi sul risultato di questo studio: “Non credo di riuscire a manipolare nulla”. Lui vede se stesso é il suo blog semplicemente come un punto di ritrovo per tutti il clienti Dell frustrati e stanchi di combattere con un servizio clienti che non é in grado di risolvere i problemi.

I risultati di questo studio, in ogni caso interessanti da leggere, sono disponibili sul sito http://www.publicrelationsonline.com.