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Uno dei primi articoli che scrissi su questo blog, fu riguardo al futuro pericolo della pubblicità sui cellulari. Oggi alcune notizie confermano le mie ipotesi, il settore pubblicitario americano sta infatti investendo fortemente nello sviluppo di sistemi pubblicitari personalizzati, da visualizzare sui cellulari.
Tutte le aziende, dai produttori di pannolini agli stilisti, attendono freneticamente la possibilità d’investire i loro budget su queste nuove attività promozionali. Al contrario i gestori delle reti di telefonia mobile, insieme a Commercial Alerts, una delle più grosse associazioni di consumatori americane, hanno forti timori riguardo alla possibilità che i loro utenti possano essere subissati con una mole enorme di messaggi pubblicitari.
Come in Europa, anche in America é vietata l’invio di qualsiasi forma pubblicitaria sui cellulari senza un’esplicita richiesta da parte del proprietario del numero telefonico.
Alcuni esperti del settore hanno calcolato che nel 2009 il volume d’affari generato dalla pubblicità sui telefoni cellulari arriverà a 1,26 miliardi di dollari, contro gli attuali 45 milioni. L’agenzia americana Third Screen Media ha dichiarato che in pochi mesi il volume d’investimenti su una campagna pubblicitaria, destinata al mercato della tecnologia mobile, é aumentata in maniera spropositata. Se nel 2004 il massimo investimento prevedeva un budget di 20.000 dollari, nel 2005 le aziende hanno sborsato dai 150.000 ai 250.000 dollari per la creazione di una campagna pubblicitaria orientata ai consumatori di telefonia mobile.
Per le agenzie pubblicitarie e per le aziende, il “Mobile Marketing” rappresenta il futuro. I vantaggi sono allettanti rispetto alle pubblicità riversate sui canali tradizionali. I consumatori potranno ricevere in ogni momento della giornata e in ogni luogo, SMS, MMS e Video ritagliati perfettamente ai desideri del consumatore.
Si può anche prevedere probabilmente l’utilizzo di massa dei sistemi di geo-localizzazione. Il cliente potrà quindi ricevere messaggi pubblicitari, offerte speciali o sconti, dai negozi che si trovano in zone limitrofe.
Personalmente penso che l’unico reale problema dei gestori telefonici, i primi che oggi si avvantaggiano di queste tecniche promozionali, non sia appunto il povero cliente che, come nei più classici film CyberPunk, dovrà subire quantità pazzesche di pubblicità personalizzata, bensì i costi strutturali della rete e la preoccupazione di nuove tecnologie concorrenti, come il WiMax e il WiBro, che potrebbero togliergli gran parte della fetta di mercato pubblicitario. Le aziende infatti potrebbero tranquillamente utilizzare altri sistemi di diffusione e non rimanere vincolati ai sistemi telefonici 3G o al futuro (secondo me già morto) 4G. Tra pochi mesi usciranno i primi cellulari con tecnologia WiFi, che rimane comunque limitato a causa dei pochi hotspot disponibili nei centri urbani italiani.
Con il Wimax, le carte potrebbero cambiare totalmente il gioco.
L’anno non é ancora del tutto terminato, ma già Yahoo, alcuni giorni fa, aveva rilasciato la lista delle parole più ricercate. Ore é il turno di Google, con parole riguardanti programmi televisivi, uomini ed eventi che noi in parte abbiamo già dimenticato. Quindi per rinfrescare la memoria, date un’occhiata al “Zeitgeist“, al momento solo in versione inglese.
In un articolo (registrazione necessaria) del New York Times viene segnalato che prossimamente Google, insieme al suo classico sistema pubblicitario, aggiungerà anche motivi grafici.
Leggendo a fondo l’articolo, Google offrirà spazi pubblicitari ad AOL per un valore di 300 milioni di dollari, compresi anche i tanto odiati banner.
Questa somma va aggiunta al miliardo di dollari pagato da Google, per partecipare al 5% di Google.
La pagina principale di Google Search dovrebbe rimanere libera di spazi pubblicitari, mentre dopo una ricerca, sul margine destro saranno integrati dei box con fotografie o logo.
Ora una domanda? Perché avete iniziato ad usare Google? Io ricordo perfettamente che il motivo principale del mio utilizzo, fu proprio la mancanza di banner, flash, popup etc. Google era in controtendenza con tutto il mondo online, che per far fronte alla crisi della new economy, cominciò a bombardare l’utente di pubblicità e diminuendo il valore dei contenuti.
Mi sembra che anche Google cominci a dimenticare la storia del suo successo.
Il miliardario Carl Icahn, possessore del 3% delle azioni Time-Warner, non é favorevole alla partecipazione di Google con AOL e ne preferirebbe una con eBay o IAC/Interactive, quest’ultima già proprietaria di una moltitudine d’aziende online tra cui Ask Jeeves, Citysearch, GetSmart, Gifts.com, HSE24, Match.com, Ticketmaster e udate.com.
Icahn, tramite una lettera ufficiale, é convinto che una lunga cooperazione con Google, procurerà più danni che benefici ad AOL, compromettendo eventuali fusioni con altre aziende. Queste conclusioni arrivano dopo l’analisi da parte della Goldman Sachs, importante azienda di consulenza finanziaria, che in un suo report ha espresso preoccupazioni anche riguardo ad una cooperazione con MSN o Yahoo.