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Il valore di un blog

Possibile che un blog possa arrivare ad un valore che superi diversi milioni di euro/dollari? I metodi di misurazione sono sempre gli stessi, page views, unique visitors, etc, ma un blog, a differenza di altri siti, vive solo dei suoi contenuti. Il valore monetario che ne deriva, dipende solo ed esclusivamente dal suo “scritto”.
I soldi si fanno con l’advertising pubblicitario, ma per ottenere introiti rilevanti bisogna anche essere in grado d’avere un alto numero di visite da parte degli utenti, che di conseguenza visitano un blog solo se il suo contenuto suscita un certo interesse.

Ma quando un blog arriva ad avere un valore di 85 milioni di dollari, ci troviamo di fronte ad un fenomeno diverso, che posso tranquillamente definire “bolla speculativa”. Il blog che prendo ad esempio é MacRumors, blog che parla del mondo Apple e che molto spesso é in possesso di informazioni che neanche i top managers della suddetta azienda conoscono.

Per quanto le informazioni di MacRumors possano essere interessanti e probabilmente di alto valore informativo, parliamo sempre di 85 (ottantacinque) milioni di dollari! Certamente gli americani viaggiano su altri binari quando si parla di dollari, ma mi sembra di rivedere ombre di una vecchia storia, proprio quando scoppio la prima bolla dei New media.

I blog non hanno tecnologie particolari, dietro esistono dei semplici sistemi CMS.
Dietro i blog non ci sono logiche di social networking, perchà© esso é una componente del sistema e non elemento unico. Non esistono nemmeno workflow o processi di un certo rilevo, il loro valore monetario deriva solo ed esclusivamente dal numero di visite, e quest’ultime a loro volta sono solo ed esclusivamente dipendenti dalla qualità  del contenuto inserito nel blog stesso.
Se viene a mancare questa componente automaticamente crollano le visite, e di conseguenza gli introiti derivanti dall’advertising. Quindi il valore economico di un blog é estremamente fluttuante, basta solo che cambi uno dei giornalisti al suo interno, che automaticamente cambia il contenuto, e quest’ultimo modifica totalmente il comportamento dei visitatori. Mi viene quindi da dire che il blog non ha assolutamente un valore, bensì lo scrittore che sta dietro il blog, e che secondo del suo spostamento può provare l’aumento, ma anche la decrescita del valore di un blog.

Questa mia analisi prende come spunto i valori offerti da uno studio fatto dagli americani di 24/7 Wall St., proprio uno di questi VIP blog, che hanno stilato una lista dei 25 blog più preziosi in America.
Riporto qua un veloce sunto dei primi 12, per ulteriori dettagli basta andare direttamente sul loro articolo.

01. Gawker Media (che comprende Gizmodo, Gawker, ValleyWag, etc.): 150$ milioni
02. MacRumors: 85$ milioni
03. Huffington Post: 70$ milioni
04. PerezHilton: 48$ milioni
05. TechCrunch: 36$ milioni
06. Ars Technica: 15$ milioni
07. Seeking Alpha: 15$ milioni
08. Drudge Report: 10$ milioni
09. Mashable: 10$ milioni
10. GigaOm: 8,4$ milioni
11. BoingBoing: 8$ milioni
12. Silicon Alley Insider: 5,4$ milioni

Blog in plain english

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WordPress da buttare

Wordpress da buttare

Dopo aver fatto l’aggiornamento di WordPress, perdendoci giorni di tempo, ho riflettuto per un po’ su questo sistema e sul fatto che forse é ora di guardare le alternative disponibili. Il mondo del software per la gestione dei blogs é in forte movimento e WordPress non sta navigando in buone acque.

WordPress, con la sua versione 2.3 ha implementato alcune funzionalità  che contrastano fortemente con gli aspetti della privacy. Il nuovo sistema di aggiornamento della 2.3, che a prima vista può apparire anche una bella e utile funzionalità , trasmette alcuni dati direttamente a wordpress.org.
Tra questi dati troviamo:

  1. l’indirizzo internet del blog;
  2. Tutti i plug-in installati, quelli attivi e la loro versione;
  3. La versione utilizzata di WordPress.

Anche se sembrano dati innocenti, mi da leggermente fastidio sapere che qualcuno da qualche parte può associare i dati dei plug-in utilizzati al mio indirizzo web. Nel caso dovesse verificarsi un problema di sicurezza con un plug-in, un poco di buono sarebbe in grado di sapere esattamente se il mio blog é esposto ad attacchi oppure no, e quindi comportarsi di conseguenza.
Dal punto di vista della privacy, penso che vengano inviati e registrati dati che potrebbero essere del tutto ignorati. Per verificare l’esistenza di una nuova versione di un plug-in, basterebbe inviare il nome, versione e quindi confrontare il tutto.
Il fatto più spiacevole e che durante l’installazione, ma anche durante l’aggiornamento, non venga esplicitamente comunicata la notizia riguardo alla trasmissione e al salvataggio di dati su una banca dati esterna. Inoltre non é assolutamente possibile disattivare la funzionalità  di verifica degli aggiornamenti.

Il blog F!xmbr (in llingua tedesca) suggerisce di cercare nel file “wp-admin/includes/update.php” la seguente riga di codice

$http_request .= ‘User-Agent: WordPress/’ . $wp_version . ‘; ‘ . get_bloginfo(‘url’) . “\r\n”;

e sostituirla con

$http_request .= ‘User-Agent: WordPress/’ . $wp_version . ‘; ‘ . ‘http://www.respect-our-privacy.org’ . “\r\n”;

Esiste comunque anche il plug-in Filosofo’s Tinfoil-Hat, che permette di bloccare l’invio di dati a wordpress.org.

Insomma WordPress sta sbagliando tanto, partendo dall’enorme numero di aggiornamenti, che dovrebbero risolvere punti critici sulla sicurezza del sistema, fino all’invio nascosto di dati. Esattamente come sta succedendo con Firefox, invece di ottimizzare e migliorare il codice, WordPress viene “pompato” di funzionalità  di cui non se ne sente davvero il bisogno.

Per tutti questi motivi ho deciso di cominciare a guardarmi attorno e le possibilità  non mancano.
Di Serendipity e Textpattern se ne parla parecchio bene e MovableType é diventato OpenSource.
Durante le prossime settimane comincerò a testare i tre sistemi citati per riuscire a cambiare il sistema di gestione del mio blog e dimenticare, almeno per il momento, WordPress.

WordPress 2.3.1! Update riuscito

Finalmente ho completato l’update di WordPress dalla versione 2.2 alla 2.3.1.
Ho avuto diverse difficoltà , soprattutto con il plug-in “Simple Tagging“, che per la 2.3.1 é stato sostituito con “Simple Tags“.

In ogni caso, per essere un semplice update, il lavoro e il tempo speso é stato troppo. Un aggiornamento di questo tipo doveva richiedere poche ore, invece é stato molto più laborioso.

Anche mmi é stato colpito dall’update, ma in questo caso il tutto é durato massimo 30 minuti. Questa volta sapevo cosa modificare.

Devo comunque ringraziare WordPress, grazie a questo ho riscoperto Linux e la sua semplice gestione del LAMP. Giorno dopo giorno sto cominciando ad amare il mio Ubuntu.

WordPress comincia a stancarmi

Sul mio server linux sto facendo i test per passare da WordPress 2.1 a 2.3, Siccome le due versioni hanno grosse differenze, ho deciso di provare tranquillamente il tutto prima su un server in locale per poi passare “live”.
Ho quindi riscritto alcuni comandi SQL di plugin modificati, visto che il nuovo WordPress ha cambiato anche la struttura della banca dati.
Finisco quasi tutto e cosa vedo?
Wordpress 2.3

Questo significa che dopo aver fatto il lavoro per l’upgrade alla versione 2.3, devo ancora reinstallare la 2.3.1.
Certamente l’upgrade in questo caso non é un gran lavoro, ma il continuo aggiornamento di WordPress comincia a starmi un pò stretto. Se da una parte tutto questo é apprezzabile, significa comunque che il gruppo di sviluppatori di WordPress é molto attivo, dall’altra lo stesso gruppo probabilmente lavora in maniera “sporca”. Non passa mese senza un security update che obbliga ogni volta, prima di fare una nuova installazione, a verificare che tutti i plugin funzionino bene.

Non so quanti update riuscirò a sopportare, intanto comincio a dare uno sguardo a s9y