Come s’intuisce già dal titolo, al momento mi trovo a Liverpool per lavoro e rimarrò qui fino a venerdì.
Sarà stata forse la solitudine, ma passeggiando qua per la periferia, con un vento talmente freddo da far credere che tutta la storia dei cambiamenti climatici sia una grossa balla, ho fatto alcune riflessioni sulla mia vita attuale e tutto ciò che mi cambierò nei prossimi anni. Si é proprio vero, finché non ci finisci dentro non si può capire. La nascita di una figlia (già dimenticavo, é una femminuccia) fa vedere le cose intorno a te in maniera diversa.
Entrando nell’albergo, un Marriott, mi sono sentito per la prima volta un pesce fuor d’acqua. Insomma non é la prima volta che viaggio per lavoro, ho abitato poi per tantissimi anni all’estero, ma oggi é stato differente, il primo viaggio di lavoro da quando é uscita la notizia del lieto evento. In ogni caso, entrando nell’albergo, mi sono sentito circondato di colpo da un’ipocrisia praticamente palpabile. Tutto questo volersi mettere per forza in mostra, un sacco di pantaloncini corti e racchette da squash.
Lette così possono sembrare banali, ma io guardavo e notavo le facce. Tutti felici, contenti e sorridenti, ma tutto finto, quasi a voler dimostrare che per far vedere che sei qualcuno d’importante, che lavori bene, che non sei un perdente, devi per forza di cose atteggiarti in discipline e rimostranze particolari.
Ho pensato a mia figlia, o meglio a quella che prima o poi dovrò uscire. Chiaramente come tutti i genitori, desidero il meglio per lei, ma sarà per forza necessario farla giocare a squash in un Marriott Hotel affinché anche lei possa sentirsi falsamente felice come tutta questa gente che mi circonda?
Ecco che nascono i primi dubbi da papà
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Auguri Edy ed Anja!
Mario
P.S.
la prossima volta che sei da quelle parti, se cerchi bene, potresti incappare nell’autore della famosa citazione “scivola sulla corazza della mia indifferenza”